Buon Natale dalla missione di Sicuani

Pubblichiamo una riflessione e gli auguri del missionario arborense don Luciano Ibba

Sicuani, 24 dicembre 2017

Carissimi amici,
anche se mi verrebbe da dire, fratelli e sorelle, per dire famiglia.

È mezzanotte e mezzo, sto per andare a letto per poi svegliarmi tra un paio d’ore dello stesso, importante giorno.

È il 24 dicembre e tra Betlemme e Sicuani c’è molta distanza fisica e temporale.

Però la storia è sempre la stessa: nonostante echi di romanticismi stilizzati in statuette artistiche e paesaggi curati fin nei minimi dettagli, la realtà nuda e cruda del presepio è quella di una povertà obbligata, di una minaccia di morte incombente (naturale per le circostanze e procurata dalla minaccia di Erode).

A distanza di due milenni, in Sicuani, aumentano le possibilità economiche, aumentano i negozi, ma il freddo delle relazioni e la fame di tutto sono solo cammuffati e nascosti dalle luci, dagli acquisti e dalle musiche tradizionali.

A distanza da tutto questo strano e superficiale movimento, sulle rive del rio Vilcanota, nella comunità di Chihuaco, continuiamo a ricevere pianti, tristezze e silenzi di minori che continuano a non essere tutelati da una famiglia e da una società per la quale continuano a non valere niente.

A distanza di 15 anni, la Posada non è più lì dove è nata per l’iniziativa di pochi illusi e incoscienti. Ha migrato di casa in casa altrui, fino a questo pezzetto di terra che finalmente é suo. Dopo Juan sono passati quasi 700 bambini e con loro pianti, fughe, sorrisi e carezze come medicine miracolose mai provate.

Nel nostro presepio della Posada non sono mancati i “pastori”, volontari svegliati in quella notte santa per aiutare quel bimbo in pericolo. E non sono mancati i “Re Magi”, arrivati dall’occidente, portando il necessario per solidarizzarsi con un re povero e sconosciuto che riposava in un ripostiglio.

E non siete solo tre… siete stati di più e continuate a venire a collaborare perché gli eredi di Erode continuano a far male a bimbi innocenti.

Tra la tristezza, quella delle storie che non riusciamo neppure a credere come vere e la speranza, quella di un futuro migliore per questi piccoli, anche in questo Natale scegliamo la speranza!

Auguro tutti un Buon Natale. Contento di condividere con voi questa scelta chiediamo a Gesù Bambino di guidarci, motivarci e farci capaci di continuare a credere in una vita dignitosa per questi ultimi del Vangelo che hanno il diritto ad essere felici

Con cariño y afecto
Luciano