Che fare in caso di cyberbullismo?

Risponde Luca Pisano dell'Osservatorio Cybercrime

* a cura di Luciana Putzolu

Il digitale è una realtà affascinante, ricca di orizzonti sempre più impensabili. Anche da “immigrati” digitali, nessuno può negare le infinite opportunità delle nuove tecnologie ma anche le loro malefiche e devastanti insidie e, purtroppo, alcune volte, i suoi tragici epiloghi, come quello di Michele Ruffino, di poche settimane fa, morto suicida a soli 17 anni.

Il 28 febbraio, ad Abbasanta, un convegno organizzato dall’Istituto Comprensivo, dalla Parrocchia edal Comune, ha avuto per i genitori e gli educatori presenti un impatto sconvolgente per la lucidità con cui l’esperto, dott. Luca Pisano (Psicologo, psicoterapeuta. Direttore Master in Criminologia IFOS. Referente Osservatorio Cybercrime Sardegna Direttore Scientifico presso IFOS) ha descritto i pericoli a portata di un semplice click. L’incontro della mattina con gli alunni delle medie ha dato la conferma di pratiche pericolose quotidiane diffuse anche tra i nostri ragazzi. La loro camera da letto, così tanto sicura nel nostro immaginario con uno schermo davanti, diventa un mondo estremamente rischioso.
Tre ore passate in un attimo, un bel respiro alla fine, l’illusione che, forse, ai nostri figli non capiterà mai niente, ma quelle parole non puoi dimenticarle perché neanche una virgola vada perduta per il bene dei nostri ragazzi.

Il dott. Pisano, con un’affabilità e uno spiccato senso dell’humour, accetta di fermarsi e rispondere, dopo l’incontro, ancora ad alcune domande.
Per riassumere, quali sono, attualmente, le forme più diffuse di cyberbullismo?
Sicuramente le denigrazioni e insulti on line attraverso le storie di Instagram. Frequentemente i ragazzini si insultano tra loro per futilissimi motivi. Questi scontri on line possono degenerare in veri e propri attacchi fisici nella realtà con la presenza di tutta la community giovanile che partecipa allo scontro, riprendendolo con il telefonino. Risultato è che abbiamo il passaggio dal virtuale al reale e poi nuovamente dal reale al virtuale perché il video dello scontro viene diffuso attraverso i gruppi whatsapp.
Di fronte al fenomeno dl cyberbullismo sempre più crescente, lei ha affermato con forza le responsabilità della famiglia, la sua funzione educativa e di controllo…
Educare non vuol dire solo comunicare e costruire un rapporto affettivo-comunicativo con un minore, importante, necessario, ma non sufficiente. Educare vuol dire anche controllare e questo non è solo un punto di vista della psicologia o della pedagogia; questo è anche il punto di vista del legislatore che mette bene in evidenza come un deficit di controllo costituisca per il genitore una grave negligenza, la culpa in vigilando per la quale può anche rispondere in sede civile nell’eventualità che il proprio figlio abbia cagionato dei danni a terzi. Perché bisogna vigilare? Perché i nostri ragazzi parlano come noi, ma non pensano come noi, hanno un funzionamento cognitivo e morale in evoluzione. Per cui è comprensibile che possano mettere in atto condotte etero o auto lesive. Il genitore deve assolutamente controllare ciò che il proprio figlio fa online. Controllare è sinonimo di interesse e per controllare bisogna sapere che cosa esattamente devo fare. Bisogna documentarsi, avere le stesse applicazioni che usano i ragazzi e prendersi cura di loro anche in questo modo. Chiacchierare non è prendere in carico la situazione dell’altro, occorre occuparsi del suo mondo e se questo è tecnologico, lo devi conoscere. Solo se conosci puoi controllare. Non è possibile lasciare soli i bambini davanti al videogame perché possono interagire con sconosciuti. Così come non bisogna mettere tra le mani di un bambino un cellulare. Dai 12 anni in poi occorre controllare tre, quattro volte al giorno.
Primo caso in Italia e nel mondo, è stato costituito in Sardegna l’Osservatorio digitale per prevenire il cyberbullismo. Di chi è stata l’idea? Come funziona?
È un’idea che ho avuto 5 anni fa e che ha visto la nascita dell’Osservatorio Nazionale Cyber Crime .L’anno scorso abbiamo costruito in Sardegna l’Osservatorio regionale cybercrime con la regia del Centro Giustizia Minorile della Sardegna che è l’ente del Ministero della Giustizia , dell’Asl Unica della Sardegna, nello specifico l’ASSL di Nuoro, dell’I.FO.S (Istituto di formazione) ente capofila, e di Nuovi Scenari.
È costituito da tre sezioni: comitati digitali scolastici, genitori digitali, sentinelle digitali. Il primo è costituito da un gruppo di studenti, docenti e genitori che, all’interno della scuola, deve studiare le azioni per contrastare il cyberbullismo , i genitori e le sentinelle digitali (studenti minorenni) hanno il compito di segnalare all’Osservatorio tutto ciò che accade on line e che costituisce motivo di rischio perché comportamenti o devianti o criminali. Grazie all’attività dei Comitati digitali scolastici e del network di genitori e sentinelle digitali, noi riceviamo ogni settimana segnalazioni che ci permettono di intervenire. Come interveniamo? Dipende dal tipo di comportamento: se il comportamento on line è deviante ma non oltraggia una norma del codice penale o della privacy, il nostro compito è quello di chiedere alla persona stessa di rimuovere il post . Se, invece, il fatto è un reato, può essere a querela di parte o a precedibilità d’ufficio: nel primo caso, e sono i reati più lievi, noi cerchiamo di ricomporre il conflitto tra due persone con la mediazione on line. Se, invece, il reato è a precedibilità di ufficio per reati molto gravi , per esempio diffusione di un video che ritrae un minorenne nudo o materiale pedopornografico, noi, una volta rilevata la segnalazione, collaboriamo con la Polizia Postale e con la Procura ordinaria minorile affinchè svolgano i necessari accertamenti.
In quali scuole della Sardegna sono oggi operativi i comitati digitali scolastici?
Attualmente attivi a Sorgono,Tonara, Macomer, Nuoro, e poi Quartu S. Elena, tre in via di costituzione a Carbonia. Per fortuna sono in aumento.
Per rivolgersi a voi come si deve procedere?
Ci si può contattare attraverso la direct di Instagram, Osservatorio Cybercrime Sardegna o fare riferimento al seguente numero di cellulare: 3279832070