Domenica 24 marzo l’inaugurazione della Via Martyrum Arborense

L'itinerario spirituale, culturale e ambientale unirà nella memoria dei martiri arborensi le parrocchie di Norbello, Ghilarza, Fordongianus e Santa Giusta alla Chiesa Cattedrale

Domenica 24 marzo 2019, alle ore 15.30, in Piazza del Popolo a Norbello, l’Arcivescovo Metropolita di Oristano Mons. Ignazio Sanna inaugurerà la Via Martyrum Arborense: un itinerario spirituale, culturale e ambientale, che unisce nella memoria dei martiri arborensi le parrocchie di Norbello, Ghilarza, Fordongianus e Santa Giusta alla Chiesa Cattedrale di Oristano, dove dal 1615 sono custodite le reliquie del santo presbitero e martire Archelao, Patrono dell’Arcidiocesi.

Interverranno all’inaugurazione i parroci delle suddette parrocchie, i sindaci dei comuni interessati, il Delegato diocesano e Incaricato regionale per la Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport, don Ignazio Serra, che ha proposto all’attenzione dell’Arcivescovo il progetto curandone l’attuazione, la Direttrice del Centro Missionario Diocesano suor Francesca Mura, il cappellano della Brigata Sassari con alcuni militari, il Guardiano del Convento di Santa Maria di Betlem in Sassari padre Salvatore Sanna, le confraternite e la popolazione di Ghilarza, Abbasanta, Norbello e degli altri centri interessati, il Presidente del Cammino minerario Santa Barbara Pietro Pinna.

I protagonisti: i sette martiri arborensi.

Il percorso mostrerà la storia della Chiesa Arborense, irrigata dal sangue dei martiri, che nell’arco di 1700 anni hanno testimoniato la fede in questo angolo di Sardegna. Partendo dal Guilcer, i pellegrini della Via Martyrum entreranno in contatto con le comunità di origine e le figure del Servo di Dio Giovanni Soggiu (1883-1930) di Norbello, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, cappellano nella Brigata Sassari durante la Prima Guerra Mondiale, partito missionario in Cina nel 1925, e ucciso il 12 novembre 1930 mentre evangelizzava quelle lontane terre; san Palmerio (III-IV sec.) di Ghilarza, soldato romano, che abbracciò la fede in Cristo e per questo venne messo a morte; san Lussorio (III – a. 304) e sant’Archealo (III-IV sec.), entrambi martirizzati nell’antica città di Forum Traiani (Fordongianus): il primo era un militare originario di Caralis, citato in una lettera del 599, scritta da Gregorio Magno al vescovo Gianuario di Cagliari, l’altro sacerdote scelto come patrono della città di Eleonora e dell’Arcidiocesi Arborense nel XVII secolo, dopo il rinvenimento delle sue reliquie nella cripta (IV-VI secolo) della chiesa romanica di San Lussorio del XII secolo; le sante Giusta, Giustina ed Enedina, tre giovanissime donne che, a motivo della loro conversione a Cristo, trovarono la morte nell’antica Othoca, l’odierna Santa Giusta, nella cui Basilica sono custodite le reliquie dal 2004, grazie all’interessamento dell’allora parroco Mons. Francesco Zanda che le chiese e le ottenne dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Ottorino Pietro Alberti.

Il percorso giunge al suo traguardo, infine, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta che custodisce le reliquie di sant’Archelao nella cappella a lui dedicata dall’Arcivescovo Antonio Nin, che commissionò un altare marmoreo e la statua che ritrae il santo Patrono martire.

Il percorso: cammino lento e auto.

Dei 51.8 km della Via Martyrum, percorribili in entrambe le direzioni, il tratto da Norbello a Ghilarza o viceversa, di quasi tre km, si caratterizza come cammino lento lungo la vallata di Chenale: una vera e propria immersione nel creato che diventa occasione per riflettere e acquisire nuovi stili di vita per la custodia e la cura della Madre Terra, così come c’invita Papa Francesco nella Laudato Si’.

Per le altre tappe, da Ghilarza verso Oristano, per motivi di sicurezza stradale è necessario allo stato attuale proseguire in auto, poiché non sono presenti percorsi sentieristici. Si spera in un prossimo futuro che la Via Martyrum diventi cammino per almeno 20 km, sino a Fordongianus.

Programma: consegna della prima credenziale a Mons. Arcivescovo.

Il programma prevede ad ogni tappa una sosta di 20 minuti sul sagrato delle 5 chiese romaniche per un breve saluto da parte dell’Arcivescovo e del primo cittadino di ogni comune della Via Martyrum. All’inizio del percorso Mons. Ignazio Sanna riceverà dal Delegato per la Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport, la credenziale numero zero su cui sarà apposto, ad ogni tappa, il timbro che attesta il passaggio. Seguirà quindi una presentazione da parte di don Ignazio Serra sulla genesi e gli intenti della Via Martyrum, la lettura di alcune note storiche e informative relative ai martiri; la consegna, ad ogni tappa, dell’immagine del martire che riporta l’Inno del Pellegrino “Signore della storia”, composto dall’Arcivescovo e musicato dal M° Maria Chiara Piras di Norbello, che sarà eseguito durante un momento di preghiera.

Il cammino sui social media.

Sulla pagina Facebook viadeimartiriedeisanti si potranno trovare le informazioni utili e i contatti per richiedere la credenziale e il timbro. In ogni chiesa martiriale ci saranno dei volontari addetti all’accoglienza. Alla Via Martyrum seguirà l’inaugurazione della Via Sanctorum: un itinerario di 84 km che partirà da San Vero Milis, patria del Servo di Dio Fra Nicolò Marras, cappuccino, e giungerà sino a Gesturi, paese natale del Beato Fra Nicola; rilevante la tappa di Simaxis, culla del Papa San Simaco, quindi Laconi, rinomata cittadina del Sarcidano in cui venne alla luce il cappuccino Sant’Ignazio; infine Genoni, che tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo accolse il Venerabile Padre Felice Prinetti, che fondò nel 1888 la Congregazione delle Figlie di San Giuseppe di Genoni e, infine, il Servo di Dio Padre Raffaele Melis, morto nella Via Casilina, a Roma, durante il secondo bombardamento del 13 agosto 1943, mentre amministrava il sacramento dell’unzione agli infermi colpiti dalle prime bombe.