Inaugurata al Museo Diocesano la mostra Terra da abitare, bellezza da custodire: resterà aperta sino al 12 aprile.

Giovedì 13 febbraio, alle ore 18.30, in occasione della Solennità di Sant’Archelao, Patrono dell’Arcidiocesi e della Città di Oristano, è stata inaugurata presso il Museo Diocesano Arborense la mostra fotografica Terra da abitare. Bellezza da custodire.

Il Coordinamento regionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Sarda, con l’intenzione di raccogliere la “sfida urgente di proteggere la nostra casa comune”, lanciata da Papa Francesco nella sua Lettera Enciclica Laudato sì (cfr. n. 13), ha promosso il progetto Sardegna, terra da abitare, bellezza da custodire.

Il progetto prevede una serie di iniziative mirate a far riflettere sui gravi problemi ambientali e sociali che affliggono la società e che interpellano la coscienza dei sardi sul piano umano, culturale e spirituale. Questioni particolarmente urgenti sono: la cura dell’uomo e il rispetto della natura; la tutela del paesaggio e le speculazioni edilizie; la gestione delle risorse idriche e i disastri idro-geologici; il problema degli incendi e i danni provocati dal fuoco; la pianificazione dell’agricoltura, della pesca e della pastorizia; la gestione delle risorse forestali.

Tra le varie iniziative il progetto fotografico “Terra da abitare. Bellezza da custodire” realizzato da 10 fotografi nelle aree delle dieci diocesi della Sardegna. I fotografi coinvolti sono: Pierluigi Dessì (area Santa Gilla di Cagliari); Roberta Masala (area Portovesme); Anna Piroddi (area Ogliastra); Gigi Murru (area Pratobello, Nuoro); Simona Sanna (area lago Omodeo); Marianna Ogana (area Porto Torres); Mario Arca (area Tossilo, Campeda); Tiziano Canu (area costa Olbia); Stefano Pia (area Monte Arci); Tiziano Demuro (area Foresta Burgos). La curatela è di Salvatore Ligios responsabile dell’Associazione culturale Su Palatu Fotografia.

Il Percorso fotografico si propone di riflettere sulla contraddizione spesso evidente tra bellezza e degrado in Sardegna, quasi un “gioco di contrasti” che rivela quanto sia necessario custodire e difendere la nostra terra, liberandola da scelte e progetti rivelatisi contradditori e controproducenti.

Sono visibili all’interno della mostra, 100 stampe fotografiche a colori e in bianconero, accompagnate dai testi di presentazione scritti dagli stessi autori delle immagini.

Dopo l’esposizione avvenuta nell’Anfiteatro aperto della Caritas di Tortolì e nella Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari, la mostra è stata allestita nella Galleria del Museo Diocesano Arborense e resterà aperta dal 13 febbraio al 12 aprile.

L’inaugurazione è stata aperta dagli interventi di Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo Metropolita di Oristano, Massimiliano Sanna, assessore alla Cultura Comune di Oristano, Luisanna Usai, delegata diocesana per il progetto culturale, Don Roberto Caria, docente della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, Simona Sanna, fotografa, Salvatore Ligios, curatore del progetto fotografico.

Il progetto è realizzato per iniziativa del Coordinamento regionale per il progetto culturale della conferenza Episcopale Sarda in collaborazione con il Servizio nazionale della CEI, l’Arcidiocesi di Oristano, il Museo Diocesano Arborense, il Comune di Oristano, l’Associazione culturale Su Palatu Fotografia e la Soter editrice. 

La mostra sarà visitabile fino al 12 aprile 2020, il giovedì e il venerdì dalle 17 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

In mostra è presente il catalogo pubblicato dalla Soter editrice.