I gosos. Reina sa plus poderosa, Filla de su Babbu Eternu.

Gosos. La venerazione della Madonna di Lluc da Maiorca a Gergei

Prosegue sul nostro sito il percorso di approfondimento liturgico fatto attraverso la lettura dei Gosos a cura di Giovanni Licheri e pubblicato sulle pagine de L’arborense. In fondo all’articolo, in allegato, tutte le pubblicazioni precedenti.


Reina sa plus poderosa, Filla de su Babbu Eternu

Sentiamo spesso parlare dell’insularità della Sardegna e dei suoi legami con altre isole del Mediterraneo. Vorrei segnalare un luogo legato alla Santa Vergine: il santuario di Nostra Signora di Lluc, cuore della religiositá di Maiorca, nelle Baleari, di cui è patrona. L’origine del santuario, che sorge ai piedi della Serra de Tramuntana, risale al XIII secolo, all’incirca nel periodo successivo alla riconquista dell’isola (1229–1231) da parte del re Jaume I, che la strappò al governatore musulmano Abù Yahya. Uno dei primi documenti che ne attesta l’esistenza è il testamento di Valenti de ses Torres (tra le più importanti famiglie mallorchine) del 31 ottobre 1268.

Il simulacro è denominato La Moreneta, in quanto la carnagione della Vergine è scura. La leggenda racconta che un pastore, figlio di una coppia musulmana convertita, in un sabato pomeriggio, scoprì l’immagine in una grotta che venne portata nella chiesa parrocchiale del paese, intitolata Sant Pere d’Escorca. Il giorno successivo, volendo rendere omaggio alla Santa Vergine, non trovò la statua che era invece nuovamente nella grotta. Tale evento si ripetè alcune volte e si interpretò come volontà della Madonna di rimanere lì, dove venne costruita all’inizio una cappella. La memoria liturgica viene celebrata il 12 settembre.

Che rapporto ha la Sardegna con il santuario della Mare de Déu de Lluc? La risposta potremmo trovarla nei legami con la Corona d’Aragona e poi di Spagna, ma una traccia la troviamo nel capoluogo isolano: a Cagliari, infatti, nel 1679 venne edificata una chiesetta (oggi scomparsa) in onore della Vergine di Lluc, di cui si vede un ricordo nella toponomastica.

I gosos che presento appartengono alla tradizione popolare di Gergei, nella Trexenta. Il primo dato che colpisce il lettore è il testo che è un’unica lode a Maria, di cui si mettono in luce le qualità divine. L’autore ci mostra il suo rapporto con la Santissima Trinitá: Reina sa plus poderosa, de su Babbu Eternu, Filla, de Gesus, Mamma sinzilla, de su Spiridu Santu, Sposa; perla sa plus preziosa de Deus tantu stimada (strofa 1).

Parole simili le troviamo anche nei nostri gosos per la Madonna del Rimedio. Abbiamo altre espressioni che ci dicono l’altezza della condizione mariana: Seis xelu, suavi e serenu (strofa 2); Seis in su regnu divinu Rejna de alta gerarchia (strofa 3); Seis prinzesa sa plus pura, de is angelus venerada (strofa 4).

Questo status di Maria viene reso utilizzando parole luminose o che indicano gli astri celesti: radianti stella, soli, luxi. Questo soprattutto nelle prime quattro strofe, mentre nella seconda parte dei gosos si mette in risalto il ruolo intercessore della Vergine: Siais benigna e piedosa, a tottus favoressei, po tottus intercedei (strofa 7).

Notiamo, infine, il legame particolare fra la Madonna e il popolo di Gergei: Cun tottu ca siaus indignus de meritai sa mercei, custu populu de Gergei mirai cun ogus benignus (strofa 10). C’è in questi gosos, in maniera particolare in sa torrada, un richiamo a quella dei gosos del manoscritto di Sinnai (pubblicato con il mirabile studio Gozos.

Trascrizione e commento di una raccolta di componimenti religiosi della fine del XVIII secolo, a cura di Giovanni Serreli e Maurizio Virdis), che recita: Atended a nuestros males De Lluch Virgen poderosa. Il testo di Gergei esplica la natura di questi mali: amparai is peccadoris, De Luc, Rejna sagrada.

Chiediamo alla nostra Mamma celeste, con la preghiera dei pellegrini di Lluc, il dono dell’unità per la nostra comunità così provata dalle distanze in questo momento: Madre de Dios de Lluc, que reinas dentro del corazòn de la montaña donde sientes de cerca las necesidades de tus hijos, obtennos el gran don de la unidad.

A cura di Giovanni Licheri. Pubblicato su L’Arborense del 24 maggio 2020.


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