L’arcivescovo e tutto il presbiterio arborense ha celebrato in cattedrale la Messa Crismale.

Durante la celebrazione sono stati benedetti gli Oli Santi e festeggiati tanti sacerdoti nei loro speciali anniversari.

Puntuale alle 10 è iniziata stamattina, giovedi 28 maggio 2020, la solenne concelebrazione della Messa Crismale, quella che la Chiesa universale celebra il giovedi santo ma che per la pandemia da Coronavirus era stata rinviata a data da destinarsi.

Non c’era tutta la solennità tipica del giovedi santo ma l’emozione è stata la stessa. Anzi, forse anche maggiore per i circa settanta sacerdoti presenti che hanno fatto comunione con l’arcivescovo Roberto attorno a quell’Eucarestia che per oltre due mesi hanno celebrato in solitudine e che oggi, finalmente, hanno potuto condividere tra loro.

E di comunione presbiterale tra vescovo e sacerdoti e comunione presbiterale tra sacerdoti ha parlato tanto l’arcivescovo Roberto nella sua omelia. “Non posso esimermi dal chiedere a me stesso, a questo proposito, come ho vissuto la comunione con il presbiterio, con ciascuno di voi presbiteri. Mi chiedo se l’ho favorita, accresciuta, curata, in questi mesi di presenza in Diocesi. Mi sono chiesto più volte che cosa è essenziale nel ministero del Vescovo, a che cosa bisogna dedicare le energie, il tempo e la preghiera”  ha sottolineato l’arcivescovo. Questa è una occasione per chiedervi di aiutarmi, come vescovo, a vivere e far crescere il mio ministero episcopale e il servizio alla Chiesa diocesana e alla fraternità presbiterale, per incoraggiarvi a uno stile di comunione e condivisione”. 

Parlando di comunione tra sacerdoti, l’arcivescovo Roberto ha puntato l’attenzione sulla necessità di far crescere la fraternità presbiterale, come la chiave per ogni possibile progetto pastorale che altrimenti sarebbe solo sulla carta e costruito a tavolino. Una urgenza più volte rimarcata dai sacerdoti stessi e alla quale l’arcivescovo è voluto tornare offrendo ai presbiteri tre codici relazionali senza i quali non vi potrà essere nessuno progresso reale: il codice del rispetto, il codice dalla benevolenza, il codice della verità. 

Durante la celebrazione sono stati benedetti gli Oli Santi. “L’olio, ha spiegato l’arcivescovo, sarà consacrato e poi distribuito a voi presbiteri che lo porterete nelle vostre parrocchie. È il destino di quest’olio: essere versato e consumato. In questo segno è simboleggiata la chiamata di ciascuno di noi. Noi presbiteri abbiamo accolto la nostra vocazione per essere “versati”, soprattutto nella vita dei nostri fratelli e sorelle, nella vita dell’umanità. Forse sappiamo di non essere di ottima qualità, ma ciò nonostante siamo chiamati a farci prossimo agli altri con l’olio della consolazione, della speranza, della verità, della gioia. Questo è il nostro compito e missione che offre il significato alla nostra vita e vocazione”. 

Motivo di festa, infine, sono stati i sacerdoti che celebravano il loro giubileo sacerdotale:  Don Ernesto Zireddu, decano del presbiterio che festeggiava il 71mo anniversario di ordinazione; Don Nicola Cabiddu che festeggiava il 70mo; don Cenzo Curreli il 60mo. Cinquantanni di sacerdozio per il Vicario generale don Paolo Ghiani, don Titino Usai, don Antonio Pinna, don Antioco Ledda, don Mario Cuscusa, don Giovanni Usai, don Giuseppe Cogotzi, Don Giovanni Zedda. Ricordati anche coloro che celebravano il 25mo anniversario: Don Giuseppe Sanna, don Gianni Pippia, Don Giuseppe Pani; e infine, i giovani presbiteri nel ricordo del loro primo anno di ordinazione: Don Enrico Porcedda, don Emanuele Lecca, Don Alejandro Garcia Quintero, P. Silvano Bianco (dei Frati Minori Conventuali).