Mons. Russo: Siate testimoni della speranza che scaturisce dal cuore innamorato di Dio

Si è tenuto il 18 luglio l’incontro Le realtà ecclesiali, segno di speranza, promosso in streaming dalla Consulta delle aggregazioni laicali (Cnal) a cui ha partecipato mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei.

L’appuntamento è stato l’occasione per il laicato cattolico di interrogarsi, in una prospettiva di futuro, sul modo di essere Chiesa in tempo di pandemia, nella consapevolezza che solo attraverso una sinodalità concretamente vissuta, i diversi movimenti, associazioni e Terzo settore potranno essere al servizio della società, offrendo il proprio contributo per affrontare i problemi economici, sanitari ed educativi.

Mons. Russo nella sua riflessione ha sottolineato l’importanza di essere Chiesa in uscita, una necessità più volte emersa dal dibattito: dobbiamo avere il coraggio di sporcarci le mani –ha detto– perché la società sia sempre più secondo il sogno di Dio. In questo senso mons. Russo ha indicato nell’appartenenza e nella testimonianza, gli elementi caratteristici di un cammino di Chiesa che porta alla speranza cristiana. Dove appartenenza non significa esclusione o privilegio né tantomeno privazione o rinuncia, ma ricchezza. Il modello, ha spiegato, è il poliedro che Papa Francesco cita nell’Evangelii Gaudium, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità.

È questo sguardo che ci permette di essere nel ‘qui ed ora’ della storia. Un contesto che oggi a causa della pandemia ci parla di sofferenza e di speranza. Il cristiano, ha osservato ancora mons. Russo, è testimone, martire ma innamorato di Dio: incarna nella sua vita il Vangelo tanto da essere continuamente parola che si fa carne, da intrecciare la propria esistenza con la Buona Notizia.

I nostri ambiti di vita quotidiana – ha proseguito – sono infatti molto sensibili a una testimonianza che sia credibile. Guardando Gesù si può cogliere come egli abbia sempre detto ciò che ha pensato e fatto ciò che ha detto. Da questo punto di vista, ha concluso mons. Russo, un segno di speranza arriva dalla vostra presenza e volontà di esserci insieme con la coscienza dell’appartenenza all’unica Chiesa e con la forza di chi sa che, tanto più in questo tempo particolare, il segno forte è quello di una testimonianza che ci vede impegnati ad essere costruttori di comunione.

Nell’incontro, i rappresentanti del laicato cattolico hanno poi sottolineato la prospettiva con cui guardare al futuro. Un futuro che come hanno ribadito Rosalba Poli e Andrea Goller, responsabili nazionali del movimento dei Focolari, ha come obiettivo quello di scommettere sulla capacità degli esseri umani di tirare fuori il meglio di sé, di trasformare la ferita che ha portato la pandemia, in un’opportunità per leggere in maniera ancora più profonda i segni dei tempi.

A tal proposito Giuseppe Notarstefano, vicepresidente Adulti di Azione Cattolica, nell’evidenziare come il ruolo delle aggregazioni laicali si riveli fondamentale nell’ottica di una Chiesa missionaria, ha poi spiegato come in questa fase della storia la sfida più grande sia quella della mediazione culturale. Con la capacità del mondo cattolico di elaborare una visione dell’ecologia integrale, a partire da proposte concrete con un modello di crescita attento alla vita delle persone. La cura di ciò che è comune, come ci indica il Santo Padre nella Laudato si’ – ha proseguito Notarstefano – è un pa-radigma nuovo con cui dobbiamo ripensare la nostra pastorale, il nostro patto sociale, il nostro progetto di sviluppo. E dobbiamo farlo insieme, dando spazio anche al dialogo intergenerazionale. I tempi che ci attendono ci chiedono proprio questo: un’alleanza tra le visioni dei giovani e i sogni deglia dulti.

Mario Landi, coordinatore nazionale del Rinnovamento dello Spirito, si è invece soffermato su come spesso i cattolici siano considerati come una sorta di pronto soccorso sui problemi e a proposito del Terzo settore ha dichiarato: non può essere la cenerentola della vita sociale dove tutto diventa o capitalismo o statalismo. Il Terzo settore fatto di associazioni, vo-lontariato e progetti sociali, deve trovare alleanze che non siano solo unità ecclesiali ma parlino anche a quella parte di società civile, che sebbene fuori dall’esperienza cattolica, agisce per il bene comune e la dignità della persona.

Sull’utilizzo massivo della rete e dei social nei mesi di lockdown, ha poi fatto notare che: possono essere una grande occasione di crescita ma anche di imbarbarimento, sia sul piano sociale che della fede. Dobbiamo sfruttarne il bene. Ma il virtuale non può sostituirsi al reale di cui c’è bisogno. Al dibattito sono intervenuti anche alcuni rappresentanti del Forum Associazioni Familiari, Retinopera, Scout d’Europa, Fuci, IncontroMatrimoniale, Meic e Ucid.

A concluderlo, Maddalena Pievaioli, segretaria generale della Cnal, e mons. Vito Angiuli, presidente della Commissione episcopale per il Laicato, che ha ribadito come l’incontro abbia segnato l’inizio di una nuova fase per le aggregazioni laicali, speranza della nostra società.

A cura di Daria Arduini