Approfondimento liturgico. Alla scoperta del nuovo Messale (quarta parte)

Alla scoperta del nuovo Messale: la Liturgia della Parola

Terminati i Riti di Introduzione ha inizio la prima parte della Messa, chiamata Liturgia della Parola. Sostanzialmente questa prima parte non ha subìto variazioni rispetto all’edizione principale. Le Premesse della CEI (alla III edizione) e i Praenotanda al MR ben descrivono la struttura portante della Liturgia della Parola.

Mi pare importante richiamare queste peculiarità: La Messa è costituita da due parti, la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica; esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto. Nella Messa, infatti, viene imbandita tanto la mensa della Parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne ricevono formazione e ristoro. Interessante notare come le Premesse insistano sui frutti della celebrazione eucaristica: formazione e ristoro.

Non dobbiamo mai dimenticare per cosa siamo stati convocati, che scopo ha la nostra partecipazione alla celebrazione eucaristica: non si tratta di assistere a uno spettacolo suggestivo e neppure a un’azione bella ed emozionante. La celebrazione nutre la vita spirituale del discepolo, ogni fedele che partecipa riceve un grande ristoro.

Il linguaggio usato nella celebrazione è quello tipico del banchetto, del convito e quindi dell’alimentazione e della com-unione. Anche la Prima parte viene declinata con il linguaggio del banchetto: la Parola è offerta come una prima portata, una pietanza, un cibo spirituale. L’autore è Dio stesso, a beneficiarne ogni fedele e tutto il popolo di Dio. Le Premesse insistono su queste verità: Quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella sua parola, annuncia il Vangelo. Per questo tutti devono ascoltare con venerazione (con silenzio adorante e fecondo) le letture della Parola di Dio, che costituiscono un elemento importantissimo della Liturgia. E benché la Parola di Dio… sia rivolta a tutti gli uomini di ogni epoca e sia da essi intelligibile, tuttavia una sua più piena comprensione ed efficacia viene favorita da un’esposizione viva, cioè dall’omelia, che è parte integrante dell’azione liturgica.

Importantissimo, delicato e perciò ancor più prezioso sarà il ministero del lettore istituito con apposito rito, scelto non solo tra i candidati all’Ordine Sacro ma tra gli uomini e anche tra le donne, in ogni caso per esercitare fruttuosamente questo ministero (istituito o di fatto) non si può improvvisare mai.

Questo delicato ministero necessita di una buona dose di carisma (cioè di doti naturali, come una voce chiara e una dizione perfetta) armonizzato e fondato in una specifica preparazione biblica, tecnica e spirituale. La proclamazione della Parola non può essere delegata a chiunque in maniera leggera. Questo ministero è troppo prezioso per essere posto con sciatteria: il rischio è quello di banalizzare e svilire questo ministero, il pericolo è che la Parola di Dio non raggiunga la vita dei fedeli.

Personalmente rimango perplesso (e anche molto dispiaciuto) per il fatto che, a quasi 50 anni dal documento pontificio Ministeria Quaedam, che riformando e abolendo gli ordini minori, istituiva il Lettorato e l’Accolitato come nuovi ministeri laicali, (obbligatori per i candidati agli Ordini del diaconato e del presbiterato, ma essenzialmente destinati ai laici) che si sia rimasti al volere di Paolo VI, il quale volle che questi ministeri fossero riservati ai soli uomini. Oggi questa riserva appare davvero anacronistica, a fronte dei numerosi proclami sulla presenza delle donne nella struttura ministeriale della Chiesa.

Mi pare incomprensibile che non si permetta alle donne, che nelle nostre comunità parrocchiali proclamano la Parola di Dio molto più dei colleghi maschi, di essere istituite in modo stabile come lettrici. La consegna del nuovo Messale poteva segnare una pagina nuova nella vita della Chiesa Italiana.

Le rubriche continuano a parlare di lettori e mai di lettrici; certo diremo fratelli e sorelle in alcuni passaggi rituali, ma le donne, ancora una volta, non potranno ricevere il mandato solenne di proclamare la Parola di Dio… nelle nostre assemblee.

Tonino Zedda (4- continua)


Precedenti pubblicazioni