Conosciamo la Cappella della Casa Madre delle Giuseppine in Genoni

La Cappella della casa di Genoni è stata pensata dal nostro venerabile Fondatore, p. Felice Prinetti, quando nel 1889, con l’acquisto dell’azienda della famiglia Porqueddu, ha dovuto provvedere alla sistemazione della seconda comunità dell’istituto, (la prima era stata aperta a Cagliari nel 1888 per il servizio al Seminario minore). Il p. Prinetti ha pensato alla Cappella, come il cuore pulsante della casa, a cui le suore dovevano costantemente orientare i pensieri e gli affetti, quindi è stata costruita al centro della casa, mentre tutti gli altri ambienti: l’ingresso con la veranda, le camere da letto, il laboratorio, la cucina, sala da pranzo sono disposte come tanti raggi che partono dal centro.

Una collocazione, il cui senso viene espresso, sempre dal Padre Fondatore, con il simbolo del nido: la comunità deve essere come un nido costruito attorno al tabernacolo. Un’immagine che rimanda all’idea di protezione, di calore, di benessere, l’immagine che l’iconografia ha espresso nel pio pellicano che si lacera il petto per nutrire i figli, chiaro riferimento al mistero pasquale di Cristo.

Quindi la Cappella doveva essere un luogo sicuro dove ricevere nutrimento, fiducia e pace. Con il passare del tempo la casa ha avuto bisogno di vari interventi di ristrutturazione e anche la cappella è stata ripensata secondo le nuove esigenze, ma nel rispetto delle motivazioni spirituali con cui era stata pensata dal Padre Fondatore, per cui si è rispettata la sua centralità ed è stata lasciata nello stesso spazio, ma è stata arricchita da alcuni elementi, che approfondiscono il concetto teologico di Chiesa fondata sulla roccia che è Cristo.

Nello spazio occupato dalla cappella c’è una parte di roccia granitica e l’architetto ha pensato bene di costruire la nuova cappella, situando l’altare e il tabernacolo proprio su quella roccia. Per cui la Cappella, rispetto alla prima costruzione, risulta come rovesciata: dove prima era situato l’altare oggi c’è l’ingresso, e dove prima c’era l’accesso alla Cappella per le suore, oggi c’è l’altare, per cui anche fisicamente la Cappella è costruita sulla roccia. Il nuovo altare di Casa madre è stato consacrato nel 1980, lo stesso anno in cui è stata introdotta, a Pisa, la causa di beatificazione del venerabile p. Felice Prinetti.

Altro tratto architettonico che vuole evidenziare un concetto teologico sono i punti luce, fatte in modo tale che la luce scenda dall’alto, in verticale, e illumini l’interno con più o meno intensità a seconda dell’ora del giorno, una luce crescente dall’alba a mezzogiorno e calante da mezzogiorno al tramonto. Tanti sono i significati spirituali di questa scelta: anzitutto quello che la vera luce viene dall’alto, da Dio; una luce che non abbaglia ma accompagna e risponde ai bisogni del cuore; aiuta a vivere tutte le variazioni della nostra mutevolezza umana, con la leggerezza di una carezza o la forza di un abbraccio.

Altro particolare architettonico sono i dodici oblò colorati, simbolo degli apostoli su cui si fonda la Chiesa; implicitamente è un richiamo alla fedeltà alla dottrina della Chiesa, espressa dal suo magistero, nella persona dei successori degli apostoli, in particolare del Papa, successore di Pietro, a cui Gesù ha detto: su questa pietra costruirò la mia Chiesa. Altro importante segno, è la collocazione di un pannello ligneo, rappresentante la discesa dello Spirito Santo su Maria Vergine e gli Apostoli, al lato dall’ambone da dove si proclama la Parola di Dio.

Sulla destra di chi entra si può ammirare un altro pannello ligneo rappresentante la Sardegna con la Madonna e san Giuseppe, per indicare come l’istituto delle Figlie di san Giuseppe è stato il primo sorto in terra sarda. Gli ultimi gioielli che hanno arricchito e abbellito la nostra Cappella di Casa Madre sono i Resti Mortali di Madre Eugenia Montisci, prima superiora generale che con p. Prinetti ha accompagnato la crescita dell’Istituto, confermandolo e conservandolo nel suo carisma. Nel 2019 abbiamo avuto la gioia di accogliere nella Casa Madre anche le Spoglie Mortali del nostro Fondatore come sostegno e forza per intraprendere le vie nuove che i bisogni del mondo e la misericordia di Dio ci indicano.

Madre Maria Daniela Cubadda