Sardegna Verso Assisi. La storia di Frate Jacopa

Una madre e sorella dal cuore d'oro

Sarà la consegna del premio Rosa d’argento 2021 il primo degli eventi previsto dal programma delle celebrazioni per la festa di San Francesco patrono d’Italia.

Nella mattinata del 3 ottobre, nel Convento della Porziuncola, sarà, infatti, assegnato il riconoscimento a una donna, scelta dalla Conferenza Episcopale Sarda, che si sarà resa protagonista di un’opera caritatevole e testimone di fede e speranza. Si tratta di un premio istituito nel 2009 e che, dunque, vedrà coinvolta la Sardegna per la prima volta dal momento che i pellegrini sardi torneranno ad Assisi dopo vent’anni.

Nel 2020 fu premiata Angela Polselli, di Pesaro, 50enne, rimasta vedova proprio lo scorso anno a causa del Covid-19, 4 figli, animata da una forte spiritualità francescana, direttrice di un centro con 70 ospiti e sempre molto attenta al disagio e alle povertà del nostro tempo.

Il riconoscimento è intitolato Rosa d’argento ma è conosciuto anche come premio Frate Iacopa, nome che, sembrerà strano per chi non ne conosce la storia, è legato a una donna nonostante il titolo di frate. Fu Francesco d’Assisi ad assegnare questo nome a Jacopa dei Normanni, vedova di Graziano Frangipane dei Settesoli. Le fonti storiche raccontano tanto di lei anche se alcuni passaggi della sua vita sono legati a una tradizionale orale che lascia solo intuire quanto accadde alla donna. È certo che fu costretta alla vedovanza in giovane età e che dovette accudire non solo ai figli ma alla gestione pubblica di un grande patrimonio.

Si può dire che, in pieno Medioevo, visse una situazione molto moderna di madre e manager con grandi responsabilità gestionali. Fu molto legata a Francesco: le Fonti Francescane rivelano che dopo Santa Chiara era la più vicina all’umile frate, per devozione e manifestazioni d’affetto. E mentre verso Chiara fu costretto a imporsi un atteggiamento di distacco per la scelta che ella fece di ritirarsi in clausura a San Damiano, verso Jacopa ebbe un atteggiamento differente: Francesco si sentì con lei più libero, in un rapporto quasi di figlio a madre. Per frate Jacopa, come affettuosamente la chiamava, non c’era nessun vincolo di clausura, pertanto poteva riversare su di lei manifestazioni di sincero affetto: chiamandola Fratello voleva così inglobarla, d’autorità, nell’Ordine Francescano.

Jacopa diviene la sorella di tutti i frati e Francesco amava dire: Aprite le porte e fatela entrare, perché per frate Jacopa non c’è da osservare il decreto della clausura relativo alle donne. Secondo una tradizione, Francesco nel 1221 fondò, ispirato proprio da Jacopa, l’ordine dei Fratelli e Sorelle della Penitenza o Terzo Ordine dedicato ai laici, che pur vivendo nel mondo, desideravano condurre una vita cristiana secondo uno stile francescano: è l’attuale Ordine Francescano Secolare. Ecco perché Jacopa de’ Settesoli è la donna più rappresentativa del francescanesimo primitivo. Fu la prima a seguire Francesco e a credere pienamente nella sua predicazione. La sua autorevolezza fu di grande aiuto al poverello a Roma, quando da Assisi si recò col desiderio di incontrare il Papa e chiedergli l’approvazione della Regola di vita.

Jacopa fu per Francesco non solo protettrice presso le autorità ma prima di tutto donna che accudisce, tranquilla e certa presenza familiare. La lettera che Francesco detta in punto di morte, volta a sollecitare una sua visita per un ultimo saluto, chiede anche l’estremo accudimento. Jacopa, secondo le Fonti Francescane, accudisce Francesco in punto di morte. Di lei rimane, documento tangibile, la sua tomba: è collocata sulla scala di accesso alla Cripta della Basilica Patriarcale di San Francesco. Una grata protegge l’urna. Una targa recita Jacopa dei Settesoli Nobildonna romana devotissima di San Francesco – 1239.

Jacopa, quasi fosse una Clarissa, vigila da dietro la grata sull’afflusso dei pellegrini, custodisce le tombe di Francesco e dei suoi compagni, padrona di casa e contemporaneamente ancella preposta all’accoglienza.