Gosos delle tradizione. Anna isposa de Giuachinu.

Maria ha vissuto la sua maternità all’interno di una famiglia. Dai vangeli sappiamo che questa era costituita dal marito, Giuseppe, e dal figlio, Gesù. Cosa sappiamo però della famiglia d’origine? Chi erano i suoi genitori? Dove vivevano?

I testi canonici non ci forniscono alcuna informazione in merito. Le uniche informazioni sulla famiglia di Maria le conosciamo dagli apocrifi , come ci dice anche il Messale Romano al 26 luglio: È l’apocrifo Protoevangelo di Giacomo (sec. II) a custodire i nomi di Gioacchino e Anna. Seguono la narrazione di questo testo ma soprattutto di un altro apocrifo, Il Vangelo della Nascita di Maria (VIII-IX sec. d.C.) anche i gosos dedicati a Sant’Anna che prendiamo in esame oggi. Scelgo una delle versioni contenute in Goccius di don Josto Murgia (p.30). In Betlem bell’aurora aund’est nasciu su Messia Anna mama de Maria besseis nostr’intercessora.

Sa torrada colloca geograficamente l’origine di Anna: Betlemme, la Città di Davide. È il Vangelo della Nascita di Maria che conferma questa informazione: La famiglia paterna (di Maria) era della Galilea e della città di Nazareth, la materna invece era di Betlemme (I,1). Si intuisce poi una sorta di anticipazione della nascita di Gesù: dove nascerà il Messia, nasce anche sua nonna. Betlemme significa re Davide. Qui vediamo chiaramente l’intento che è anche dell’evangelista: legare Gesù alla famiglia davidica a doppia mandata, sia da parte di madre che da parte di padre.

La prima strofa ci parla dell’infanzia di Anna: Pitic’ancora in edadi a Deus bos si dedicais e subitu praticais un’adulta santidadi grazias de sa divinidadi bosi faint superiora. In queste parole leggiamo che Anna anticipa in qualche modo quella che sarà la vita di Maria che dalla sua infanzia sarà consacrata al Signore e sarà riempita di Spirito Santo fin dall’utero materno (II,3). Questa adulta santidadi si concretizza nel matrimonio con Giuachinu soberanu. Fra i due c’è anche un legame forte che precede il matrimonio: la stessa origine familiare. Nella strofa 2 troviamo: De isposa donais sa manu a Giuachinu soberanu uguali in sa discendenzia.

Il Protoevangelo di Giacomo ci presenta il futuro padre di Maria cosi: Gioacchino, uomo pio, timorato di Dio e molto ricco (I,1). Queste espressioni giustificano il titolo soberanu datogli dai gosos. Questa unione, però, manca della gioia dei figli. L’autore del nostro testo descrive con delicatezza questa situazione, che tuttavia non si chiude alla speranza: Sa falta de successioni sa larga sterilidadi affligit sa santidadi e si prenit de afflizioni bosi donat consolazioni s’ambasciad’annunziadora (strofa 3).

Anna, insieme a suo marito, si inseriscono nella lunga tradizione biblica dei pii senza figli. Il Messale Romano l’accosta ad Anna, la madre del profeta Samuele: Non avendo discendenza, Anna, come l’omonima madre di Samuele (cf. 1 Sam ı), piange e implora il Signore, insieme al marito. Un altro vangelo apocrifo, detto dell’Infanzia del Salvatore (VIII-IX sec. d.C.) ci dice con quale sofferta speranza Anna si rivolgesse a Dio: Signore, Dio onnipotente, tu hai dato prole a tutte le tue creature, alle fiere, agli animali domestici, ai rettili, ai pesci e agli uccelli, e tutte gioiscono dei loro figli; soltanto me escludi dai doni della tua benignità. Ma a te, Signore, sono possibili tutte le cose (I,7).

La preghiera di Anna verrà esaudita e finalmente verrà al mondo la figlia della speranza: Maria. Questi due pii genitori hanno fatto un voto: se avessero avuto un figlio lo avrebbero consacrato al servizio di Dio. Questo destino seguirà Maria. E sarà in questo destino che Maria incontrerà il suo sposo, Giuseppe. Cantano i gosos: In su templu presentais a is tres annus sa pipia e depustis a Maria cun Giuseppi dda sposais santus consillus donais de mama e de mediadora (strofa 5). Anna e Gioacchino, Maria e Giuseppe: una sola famiglia.

E sull’importanza di questa famiglia come modello nella trasmissione della fede si è soffermato anche papa Francesco: I santi Gioacchino e Anna fanno parte di una lunga catena che ha trasmesso la fede e l’amore per Dio, nel calore della famiglia, fino a Maria che ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio e lo ha donato al mondo, lo ha donato a noi. Il valore prezioso della famiglia come luogo privilegiato per trasmettere la fede! (Angelus del 26 luglio 2013).

La fede di Anna è stata premiata con il dono più grande concesso anche a un’altra Anna, profetessa del Tempio figlia di Fanuele (Lc 2,36): vedere il Salvatore. L’autore dei gosos scrive: Liberali su criadori bosi dilatat sa partida bosi cuncedi larga vida po abbrazzai si Redentori (strofa 6).

A cura di Giovanni Licheri

Pubblicato su L’Arborense n.27/2021