Il testimone della settimana: Santa Lucilla

L’esempio da imitare per questa settimana è quello di Santa Lucilla.

È una santa, pioniera del cristianesimo, vergine e martire. Nasce a Roma nel III secolo d.C, sotto l’imperatore Valeriano, ferocissimo persecutore dei cristiani. La leggenda narra che la piccola Lucilla nacque senza vista ma che la riacquistò dopo il battesimo ricevuto dal vescovo di Roma al quale il padre si rivolse.

Il padre di Lucilla, Nemesio, era Tribuno al servizio del Grande Impero Romano e dopo questo miracolo si convertì definitivamente a Cristo. Questo accese anche negli altri membri della sua famiglia pagana la fiammella più viva della cristianità. Padre e figlia vennero convocati di fronte a Valeriano, che intimò loro di non abbandonare la religione pagana. Essi non risposero alle sollecitazioni dell’imperatore che, come da tradizione, oltre ai sacrifici per gli dei pretendeva riverenza e devozione per la sua presunta natura divina.

Nella storia del cristianesimo le prime comunità cristiane non accettarono di adorare l’imperatore come un dio e, opponendosi alla violenza, affermavano che non ci fossero differenze tra schiavi e persone libere, tra ricchi e poveri. Il padre di Lucilla non rinnegò la sua fede in Cristo dando l’esempio alla figlia ed entrambi accolsero in obbedienza la loro condanna a morte. Lucilla venne decapitata nei pressi di un tempio dedicato a Marte e suo padre venne ucciso tra la via Appia e la via Latina nel 257 d.C.

Le spoglie di Lucilla sono conservate nella basilica di Santa Maria Nova a Roma.