Ritiro del Clero: presentato Charles de Foucauld

Un modello per tutti i sacerdoti

Il ritiro quaresimale è un momento forte che si inserisce nel tempo penitenziale in preparazione alla Santa Pasqua. I sacerdoti diocesani e religiosi delle due diocesi sorelle di Oristano e Ales-Terralba, per desiderio dell’Arcivescovo-Vescovo si sono dati appuntamento nella Cattedrale arborense per vivere un momento intenso e comunionale. Purtroppo l’Arcivescovo Roberto, a causa delle restrizioni pandemiche, non ha potuto essere presente. Ha comunque fatto giungere il suo affettuoso saluto attraverso il Vicario generale arborense, mons. Paolo Ghiani, che ha pure presieduto la celebrazione dell’ora Terza.

Terminata la preghiera corale, ha preso la parola il vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis che ha guidato l’intero ritiro spirituale con dolcezza e intensità spirituale. Mons. Melis ha presentato ai preti delle diocesi di Ales-Terralba e di Oristano, come ideale e modello di vita sacerdotale il piccolo fratello di Gesù padre Charles Maria De Foucauld, che presto sarà elevato agli onori degli Altari: la sua canonizzazione, fortemente voluta da papa Francesco, dopo essere stato beatificato dal Santo Padre Benedetto XVI, sarà celebrata nel prossimo mese di maggio. Mons. Melis ha, dunque, illustrato all’attentissimo uditorio, la profetica figura del monaco Charles, profondo conoscitore del deserto del Sahara e ispiratore di una vita ascetica, nella ricerca del mistero di Dio e nella costruzione della comunione con ogni uomo, considerato come fratello nella piena umanità di Cristo.

Charles de Foucauld nacque il 15 settembre 1858 a Strasburgo (Francia) in una famiglia molto cristiana. Molto intelligente e dotato di uno spirito curioso, coltivò la passione per la lettura, lasciandosi però vincere dallo scetticismo religioso e dal positivismo, come molti suoi contemporanei. Perse la fede immergendosi in una vita mondana che però lo lascia insoddisfatto. Nel 1876 diventa ufficiale e a soli 20 anni viene inviato in Algeria. Tre anni più tardi, in piena crisi spirituale compie un viaggio di esplorazione in Marocco, in quel tempo chiuso agli europei; esplorazione scientifica. La scoperta della fede musulmana, la ricerca interiore della verità, la bontà e l’amicizia discreta della cugina, l’aiuto dell’abbé Huvelin gli faranno riscoprire la fede cristiana. Alla fine di ottobre 1886 torna a Parigi e nella chiesa di Sant’Agostino si confessa e riceve la comunione.

Questa conversione, senza dubbio latente da qualche tempo, diventa totale e definitiva. Completamente rinnovato da questa conversione, nutrito dall’Eucarestia e dalla Sacra Scrittura, Charles de Foucauld comprese allora che non poteva fare altrimenti che vivere per Dio al quale vuole consacrare tutta la sua vita: vuole imitare Gesù che ha preso per se l’ultimo posto. Mons. Corrado ha, quindi, descritto le linee portanti della spiritualità del piccolo fratello Carlo: dopo un pellegrinaggio in Terra Santa dove, camminando nelle strade di Nazareth su cui si posarono i piedi di Gesù, povero artigiano, scopre il mistero di Nazareth, che sarà d’ora in poi il cuore della sua spiritualità, entra nella Trappa di Viviers (Francia) e, dopo qualche mese, viene inviato in Siria ad Akbès. Vi dimorerà per 7 anni lasciandosi formare alla scuola monastica e cercando l’imitazione più perfetta di Gesù vivente a Nazareth. In seguito venne sciolto dagli impegni trappisti e lasciato libero di seguire la sua vocazione personale. Torna a Nazareth come domestico delle Clarisse: in quell’umilissimo servizio, nel lavoro umilissimo, pregando 11 ore al giorno nella meditazione del vangelo ai piedi del Tabernacolo cercherà di vivere l’esistenza umile e oscura del divino operaio di Nazareth. Ordinato sacerdote si reca in Algeria e si mette al servizio del Prefetto Apostolico del Sahara vivendo in un’oasi. Il 1°dicembre 1916 viene ucciso da un gruppo di razziatori, riuscendo a imitare Gesù povero fino alla morte.

Al termine del toccante intervento di mons. Corrado, i presbiteri hanno vissuto un momento di preghiera e adorazione eucaristica. Un provvidenziale tempo per le Confessioni sacramentali ha concluso il bel momento quaresimale, vissuto da una quarantina di presbiteri delle due diocesi.

A cura di mons. Tonino Zedda, presbitero arborense