Fare la Storia: questo lo slogan per la 59a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Il Centro regionale ha predisposto un sussidio per l'animazione alla preghiera delle comunità

Parlare di vocazione, specialmente quando a scadenza annuale arriva la Domenica ad essa dedicata, quella del Buon Pastore, non è semplicemente assolvere alla circostanza dettata
dall’appuntamento: ma prenderci cura del senso della vita, così piccolo, tanto minuto, come il granello di senape, ma capace di esplodere e produrre magnifici fiori di consacrazione nella castità, povertà ed obbedienza e succulenti frutti dell’esperienza matrimoniale e familiare.

Per questa ragione vale sempre parlare di vocazione e, parlandone, pregare perché essa si effonda secondo la bella dinamica dello Spirito.

Il Centro Regionale Vocazioni offre per la 59a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, uno speciale Sussidio con collaborazioni varie della Sardegna per recepire e adattare la tematica della giornata: “Fare la storia” (Fratelli Tutti, 116). Dopo “Datevi al meglio della vita” (2020) e “La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due” (2021), con il titolo tratto dall’Esortazione apostolica di papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale, l’annuale Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni intende concentrare la riflessione sulla vocazione come responsabilità.

Dal prezioso tema “Fare la storia” ricaviamo suggerimenti importanti: occorre compiere la propria vocazione insieme ad altri e sentire la responsabilità del tempo, del mondo, di ogni uomo; condizione fondamentale è porsi in un atteggiamento di ascolto, capaci di abitare il silenzio, di lasciarsi incontrare in profondità dal Signore che ama e chiama; collocarsi davanti ad un Dio che interpella la libertà di ciascuno, che propone e non si impone, una libertà che si compie nel momento in cui ciascuno è capace di aderire a questo invito e di rischiare.

Quindi “Fare” verbo che indica concretezza, creatività, coinvolgimento. Chiede di non stare a guardare, di prendere parte, di schierarsi, di non rimanere neutrali, di non stare con le mani in mano. E “Fare la storia” significa immergersi nell’oggi senza timori né paure per ascoltarne gli appelli, per intuire nei rivoli del tempo la voce dello Spirito che invita e domanda una
risposta.

Solo così facendo possiamo rispondere alla chiamata e concretizzare la nostra vocazione, assumendo il dono che ci è stato dato con responsabilità. Non si può pensare che Dio, che ci vuole liberi e vivi, abbia predisposto tutto fin dall’eternità facendo di noi semplici spettatori di un copione già scritto. La vocazione è una missione da compiere una impresa da portare a termine: c’è una storia da fare, insieme al Signore, insieme agli altri, spendendo la vita nell’amore.

L’invito rivolto, supportati da questo strumento, è quello di ritagliarsi un po’ di tempo perché si diffonda, secondo la dinamica dello Spirito, una mentalità vocazionale sempre più matura. Le diverse proposte del Sussidio saranno di aiuto a comprendere come Dio che ha voluto entrare nella storia e nella nostra storia personale ci chiede di farci interpreti della ricchezza che lo Spirito ci dona. Solo così possiamo FARE STORIA con Lui e insieme ai fratelli. In particolare sentiamo forte e necessario camminare con i giovani che ci vengono affidati e con cui condividiamo la strada, e guidare come compagni di viaggio i desideri di bene che abitano i cuori.

+ don Corrado, vescovo delegato della Pastorale vocazionale


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