Museo Diocesano: prosegue sino al 12 giugno la mostra “Apostoli”

Museo diocesano. Inaugurata venerdì 8 aprile la mostra Apostoli dell’artista sanlurese Antonio Porru.

Cariche di significati e ricche di espressioni le opere di un artista diventano, per chi le osserva, un messaggio inviato ai posteri. La vicenda storica di Cristo prende corpo dalla logica dell’Incarnazione, propria di un Dio che, entrando nello spazio e nel tempo, sceglie lo stile umano attraverso un linguaggio e un corpo per parlare di sé. Cristo non scrive nulla e se vogliamo conoscerlo e rappresentarlo possiamo farlo solo attraverso la voce di coloro che furono con lui.

Nos qui cu meo fuimus, Noi che fummo con lui.

È tramite la loro testimonianza e la loro persona che gli inviati diventano i testimoni di Colui che, come dice Giovanni, ha sentito con le sue orecchie, ha toccato con le sue mani, ha visto con i suoi occhi. Una presenza che diventa potente come un sigillo, una firma, che racconta con fragilità e straordinarietà l’immagine di un Dio che si rivela. Gli Apostoli di Antonio Porru diventano così degli inviati. Sono coloro che lo hanno conosciuto e possono dirci qualcosa di lui. Essi hanno un nome, una professione e un’identità, esattamente come nel Vangelo vengono raccontati l’uno diverso dall’altro, con una personalità propria.

Queste opere non rappresentano singoli ritratti ma sono un insieme e hanno valore osservate come gruppo, come comunità di persone in stretta relazione le une con le altre. Il valore della testimonianza degli Apostoli di Cristo passa attraverso questa fraternità, il diventare un Collegio Apostolico: un corpo che non manifesta al mondo la sua presunta perfezione ma, attraverso la grazia dell’unità, fa emergere un Altro che li ha riuniti e inviati. Fuori da questo coro maschile, da questo collegio istituzionale, nella Scrittura si inserisce un altro collegio al femminile. Le donne diventano le protagoniste di quell’esperienza radicale da cui nasce la Chiesa. Hanno seguìto Gesù nella vita di tutti i giorni, sono rimaste le poche fedeli, strette fino al suo Calvario, sono state le prime testimoni della resurrezione, precedendo in questo anche i capi istituzionali, in un contesto nel quale, come dicono alcuni saggi del Talmud, è meglio che le parole della Torah brucino nel fuoco piuttosto che cadano nelle mani di una donna.

In questa logica, forse, possiamo leggere i vari volti femminili, che Antonio Porru mette accanto agli Apostoli, come la perfezione che conclude e dà compimento alla sua opera. Attraverso il suo tratto deciso ed essenziale, che conferisce monumentalità e ieraticità a ogni soggetto rappresentato, l’artista riesce a trasfigurare persone comuni in apostoli, incarnate dai suoi amici e conoscenti, ricordandoci così una verità teologica fondamentale: essi sono semplici uomini del popolo, cosi come gli Apostoli di Cristo, investiti da una straordinarietà che irrompe nella loro quotidianità. L’esperienza divina entra a contatto con l’uomo nella vita di tutti i giorni squarciando il velo dello spazio e del tempo sacro, perché sacro e santo è ogni istante della vita dell’individuo. Porru riesce a inserire ciascuno dei propri uomini, per riconoscerne la missione, in una sorta di mandorla o Vesica Piscis, il mistero di Cristo che cela la natura divina nella sua forma umana, elevandoli da semplici mortali a uomini legati indissolubilmente al Divino.

La mostra Apostoli, pensata per il periodo pasquale e inaugurata venerdì 8 aprile, sarà visitabile fino al 12 giugno prossimo tutti i giorni dalle 17 alle 20 e il sabato e la domenica anche la mattina dalle 10 alle 13.

A cura di don Michele Sau