Spiritualità. Il significato teologico e liturgico delle Litanie Mariane

Intense pennellate di sapore biblico

Fin da quando ero piccolo, la bravissima catechista tzia Luisa proponeva a tutti i bambini del catechismo di celebrare il mese di maggio con la recita del Santo Rosario, nel piccolo santuario del mio paese dedicato alla Madonna del Sacro Cuore. Ogni tardo pomeriggio dunque, io e i miei compagni di catechismo e di giochi, andavamo a portare un fioretto alla Vergine Maria. Ci dava una grande gioia entrare nel piccolo santuario e recitare insieme il rosario. Al termine della preghiera c’erano sempre le Litanie: il sacrista o un’altra persona le proclamava con tanta enfasi, rigorosamente in lingua latina e io… mi emozionavo al pensiero che la Madonna fosse onorata con titoli suggestivi e anche misteriosi. A casa chiedevo a mio nonno il significato di quelle parole: regina Patriarcarum, Virginum, Janua Coeli, Refugium Peccatorum, Turris Eburnea… etc. e io stavo ad ascoltare nonnu Caria per ore e ore. Anni più tardi, durante i miei studi universitari, ho avuto la gioia di riprendere e approfondire questi titoli mariani, grazie anche alle dritte del nostro professore di Mariologia padre Ciuffo. Ripensando alle sue lezioni, ho pensato di proporre ai nostri lettori il significato teologico e biblico di queste meravigliose immagini mariane.


Invocata da tutti

Spesso capita, in occasione di pellegrinaggi o di raduni in qualche santuario mariano, di pregare o cantare insieme le Litanie della Madonna, soprattutto quelle più note e diffuse, conosciute come Litanie lauretane (Litanie che si cantano nel famosissimo santuario di Loreto). Esse sono espressione della preghiera e della devozione di tutto il popolo di Dio verso colei che Gesù stesso ci ha donato come Madre dall’alto della Croce. Per questo è bello cercare di riscoprirle nella loro storia, nel loro significato e nel loro valore, alla luce della loro fondazione biblica, patristica, liturgica, devozionale e spirituale per pregarle meglio e più consapevolmente. Esse sono come le numerose tessere di un mosaico, o le tante facce di un prisma, e invitano a contemplare, da diverse angolature e prospettive, Maria Santissima colei che Dio ha scelto come Madre del suo Figlio: una creatura come noi, eppure così diversa da noi, Maria di Nazaret. Domandiamoci: ma cosa è la Litania? Semplicemente, la preghiera litania è uno stile di preghiera insistente, (non è tipica del cristianesimo, appartiene invece a tutte le religioni) è un modo semplice e facile; uno stile coinvolgente che si adatta alla preghiera sia personale, che di una grande assemblea; si possono proclamare in chiesa o in processione.


Ripetere serve

Anche i musulmani amano proclamare i 99 nomi di Dio, una litania continua e insistente sempre affascinante: Dio ha 99 nomi: cento meno uno! Chi li saprà enumerare tutti va in paradiso. I Musulmani usano una specie di corona e sgranandola recitano i 99 bei nomi di Dio. Ma anche tra loro sono rari quelli che li sanno a memoria! Litania non è sinonimo di filastrocca o peggio nel senso negativo di noia e monotonia. Nella sua ripetitività assume un valore particolare nel diventare come il respiro dell’anima, quasi come lo scandire dei passi nel sentiero della vita. Come il pellegrino russo che identificava il suo respiro e il suo pensiero nell’unica litania ripetuta incessantemente durante il viaggio: O Dio, abbi pietà di me, peccatore. Proprio la liturgia dell’Oriente ancor oggi conosce frequentemente questo tipo di preghiera, proposta normalmente dal diacono, chiamata ectenia, la ripetizione dell’invocazione a Dio. Anche lo stesso Rosario, nella sua ripetitività delle Ave Maria, ripropone la stessa modalità, permettendo al pensiero di concentrarsi sul mistero meditato o sull’intenzione che ci si propone di pregare in quella decina. Si conosce uno sviluppo nella storia delle litanie, di questa preghiera di intercessione e di lode indirizzata a Maria, già fin dal V secolo, quando erano chiamate Laudes Virginis (Lodi alla Vergine). Soprattutto poi nei secoli XI e XII ci fu un grande fiorire e un notevole sviluppo di diverse forme di Litanie della Madonna. Un’origine di questa modalità può essere vista anche nell’antico e tradizionale inno in lingua greca delle Chiese di rito orientale, chiamato Akáthistos, perché lo si canta tutto, ed è lunghissimo, stando in piedi, che saluta, descrive, loda ed esalta con tante ripetizioni Maria Santissima, nella sua vicenda salvifica e nei suoi attributi.


Da Loreto

Ma torniamo alle Litanie: anche se chiamate lauretane non ebbero origine nel celebre santuario delle Marche; nella loro forma caratteristica e nel contenuto essenziale sono già attestate in un manoscritto della fine del XII secolo. È certo comunque che queste venivano cantate normalmente, soprattutto ogni sabato, nella Santa Casa a Loreto già nel 1500, come attestano i numerosi documenti scritti. I pellegrini da quel santo luogo avevano poi cominciato a diffonderle in tutta Europa e nel mondo. Si sa anche che ci fu un tentativo di fare nuove Litanie lauretane nel 1575; ma dapprima il Papa Sisto V, che era marchigiano e ben conosceva il santuario di Loreto, e poi il Papa Clemente VII nel 1601 posero fine al proliferare dei formulari litanici, obbligando all’approvazione pontificia le eventuali nuove litanie e riconoscendo come proprie della Chiesa quelle lauretane antiche. Alcune aggiunte vennero fatte di seguito in determinate epoche storiche.


Lodi liturgiche

Le Litanie lauretane sono divise in due parti: una breve lode con il titolo mariano e una breve supplica (ora pro nobis – prega per noi) che è la preghiera del fedele e della Chiesa. L’ultimo testo latino ufficiale fu pubblicato nel 1981 all’interno del libro liturgico chiamato Ordo coronandi imaginem beatæ Mariæ Virginis. Per la lingua italiana è opportuno usare sempre la versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), come si trova nel Rito per l’incoronazione dell’immagine della Beata Vergine Maria (pubblicato nel 1982) e nel Benedizionale (edizione italiana del 1992). Accanto e oltre alla Litanie lauretane ci sono oggi varie proposte di preghiere litaniche antiche, ripristinate e nuove. Mons. Pasquale Macchi, Arcivescovo di Loreto e già Segretario di Papa Paolo VI, scrisse: Ecco la lunga sequela di espressioni entusiaste e commosse, dove devozione e fede, fantasia e teologia, si uniscono in una continua contemplazione della Madre di Dio nella sua misteriosa dignità, nel compito provvidenziale a lei affidato, nella sua materna protezione a ogni persona. Sono il frutto di secoli in cui la figura di Maria viene colta in modi sempre nuovi, secondo il cammino della Chiesa guidata dallo Spirito, e diventano anche preziose indicazioni per una condotta cristiana coerente ed esemplare. Quella delle Litanie lauretane è una delle più belle e semplici forme di invocazione a Maria nella quale, come ricorda la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla sacra liturgia (n. 103), la Chiesa ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione compiuta da Cristo Signore.


A cura di Tonino Zedda, Presbitero arborense

Pubblicato su L’Arborense n. 17 del 2022