Diritto canonico. I collaboratori del Vescovo: competenze e uffici

Nella Chiesa di Cristo siamo tutti chiamati a servire

Ogni vescovo nel governo della sua diocesi, secondo le direttive del Codice di Diritto Canonico e gli altri ordinamenti pastorali che soggiacciono al servizio episcopale della Chiesa, specie se si tratta di reggere una o più diocesi, ha bisogno della collaborazione di figure fondamentali che lo sorreggano e lo supportino: la prima di queste figure è il Vicario Generale e con lui tutta la Curia.

Il Vicario Generale, chiamato anche Ordinario Diocesano, ha tutti i poteri di governo e le prerogative amministrative del Vescovo diocesano, eccezion fatta per la potestas di ordinare, cioè non può mai celebrare ordinazioni diaconali né, tanto meno, quelle sacerdotali; come delegato del vescovo, invece, può conferire il Sacramento della Cresima. Il potere del Vicario Generale gli deriva non tanto dalle deleghe che potrebbe concedergli, volta per volta, il vescovo diocesano, ma direttamente dal Codice di Diritto canonico: questa potestas non può, ordinariamente, essere ridotta o diminuita, se non nei casi previsti dal Codice.

Oltre al Vicario Generale, che è anche unitamente al vescovo diocesano, Rappresentante Legale dell’Ente Diocesi, ogni diocesi ha, stabilmente, una Curia Diocesana composta da una serie di persone fisiche e giuridiche: organismi, uffici diocesani, Commissioni e Consigli.

Tra i primi collaboratori il Cancelliere, che esercita la peculiare e delicata funzione di Notaio diocesano, dando così il crisma del valore giuridico a tutti gli atti ordinari e straordinari del Vescovo diocesano e del Vicario Generale, controfirmandoli e sigillandoli col timbro ufficiale della diocesi. Insieme a queste due figure giuridiche, che devono necessariamente essere sempre presenti, il pastore diocesano può, nella sua discrezione e nel suo prudente giudizio, delegare, cioè attribuire parte della sua potestas in settori particolari della vita diocesana chiamando a collaborare, di solito, sacerdoti che godano di buona fama che siano veramente esperti nel settore che viene loro affidato.

I settori sono, sia quelli territoriali, es. i Vicari foranei, oppure per una parte dei fedeli (es. i religiosi e le religiose): è il caso del Vicario episcopale per la Vita Religiosa (pro Religiosis) che funge da raccordo pastorale tra il Vescovo e tutti i componenti della Vita Consacrata presenti in Diocesi.

Nelle ultime nomine il nostro Arcivescovo Roberto ha istituito una nuova figura denominandolo (ed è la prima volta nella storia recente dell’Arcidiocesi Arborense) Vicario Episcopale per la Pastorale, la Formazione del Clero con una particolare attenzione nei confronti dei sacerdoti anziani e malati; conferendo quest’incarico a don Roberto Caria (nella foto), il quale oltre al ministero di parroco e alla partecipazione a vari organismi diocesani (è direttore del Centro Diocesano di Teologia), da anni svolge il delicato e prezioso servizio di docente di Morale nella Facoltà Teologica della Sardegna; appare chiaro che l’Arcivescovo Roberto intende volgere le sue cure pastorali e la sua vicinanza al Presbiterio diocesano, con un occhio di riguardo per i sacerdoti anziani e malati.