Il testimone della settimana: i protomartiri

Tra i testimoni meno conosciuti nel martiriologo romano, troviamo i Santi Protomartiri Romani, commemorati il 30 giugno.

La loro memoria ricorda il sacrificio di tutti i primi componenti della Chiesa Romana che persero la vita nella persecuzione messa in atto dall’imperatore Nerone. L’unica colpa di questi seguaci di Cristo fu di non aver rinnegato la propria fede e non aver rinunciato a diffondere il cristianesimo all’interno della città romana ottenendo, grazie alla loro perseveranza, fede e coraggio, moltissime conversioni. I cittadini romani, infatti, non concordavano con le decisioni prese dall’imperatore e abbracciarono la fede cristiana che invece si basava su principi guidati dall’amore.

Questa perdita di consenso irritò l’imperatore Nerone che cercò in tutti i modi di screditare i cristiani e il loro culto. Tentativo, però, che fallì e che portò a una maggiore sfiducia popolare nei confronti della sua autorità che lo spinse a compiere un terribile gesto: negli Annales, Tacito ci racconta che nel 64 d.C l’imperatore fece arrestare moltissimi tra cristiani e neo-convertiti e, dopo un falso processo montato ad arte, li condannò a morte gettandoli in pasto alle belve e alle fiamme con lo scopo di illuminare le vie di Roma durante la notte.

Successivamente, sotto il pontificato di Urbano VIII vennero ritrovati numerosi sepolcri contenenti ossa bruciate miste a cenere e carbone nel luogo in cui si gettarono le fondamenta del baldacchino berniniano che si trova a San Pietro.