Economato diocesano: il rendiconto delle erogazioni 8xmille del 2021

Ancora oggi, dopo due anni vissuti nell’emergenza Covid-19, per la nostra Diocesi, i fondi dell’8xmille sono di fondamentale importanza perché ci consentono di portarne avanti l’opera pastorale e caritativa mediante il lavoro degli uffici diocesani e la loro interazione con le 85 parrocchie che la compongono.

Gli uffici diocesani, cuore pulsante della Curia, si occupano di tutti i settori della Pastorale: famiglia, giovani, catechesi, vocazioni, salute, scuola, comunicazione, turismo, tempo libero e missioni. Le attività di questi settori, infatti, sono finanziate soprattutto con i fondi dell’8xmille.

Per quanto riguarda l’Arcidiocesi di Oristano occorre fare alcune considerazioni: una parte del territorio diocesano è caratterizzato da una povertà economica delle singole persone e delle famiglie soprattutto a causa della disoccupazione crescente, dell’instabilità creata dal precariato e dall’età media in costante crescita con un basso indice di natalità. Inoltre, sotto il punto di vista storico-culturale e demografico, e di conseguenza anche economico, la diocesi è suddivisibile in quattro grandi aree geografiche omogenee: il Campidano, il Guilcier-Barigadu, la Barbagia-Mandrolisai e la Marmilla-Sarcidano. Mediamente ogni paese della diocesi sta perdendo annualmente 50 residenti con un forte indice di spopolamento soprattutto nelle aree interne. Nella pianura campidanese si affacciano i centri più popolosi come Oristano, Cabras e Marrubiu, che vanno a contrapporsi a una serie di piccoli paesi che raggiungono a stento le poche centinaia di abitanti (basti pensare a Bidonì, Mogorella, Villa sant’Antonio, San Vero Congius, Senis, Assolo, Asuni, Nureci, Villanova Truschedu, etc.). Ovviamente lo spopolamento dei paesi si riflette sulla gestione economica delle parrocchie. Quasi tutte le parrocchie della diocesi si trovano in uno stato di disagio ma sono quelle più piccole che hanno grandi difficoltà a reperire le risorse finanziarie atte a coprire le spese di ordinaria amministrazione quali bollette di acqua, luce e gas, assicurazioni e manutenzione dei locali.

In diocesi, i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa italiana, sono impiegati soprattutto per esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi. Questi due ambiti sono in larga misura gestiti con il coinvolgimento delle diocesi alle quali è affidato un contributo da ripartire secondo i criteri della CEI e le esigenze del proprio territorio. La diocesi di Oristano, per l’annualità 2021, ha ricevuto € 493.954,43 per le esigenze di culto e pastorale e € 498.454,66 per le attività caritative.

Per le finalità del culto e della pastorale, dal punto di vista degli enti destinatari dei fondi ricevuti dalla CEI, circa il 50% dei fondi sono stati utilizzati per la gestione della Curia, degli uffici Pastorali, il Museo Diocesano e l’episcopio. Un’altra importante fetta è stata utilizzata per la formazione (spese per la Facoltà Teologica, il Seminario regionale, il Seminario diocesano e il Centri di studi teologici), per la manutenzione di chiese e canoniche e per i mezzi di comunicazione sociale (tra cui il settimanale L’Arborense). Un’altra piccola parte è destinata alle spese per l’animazione missionaria.

Per quanto riguarda gli interventi caritativi, i fondi ricevuti sono stati utilizzati dalla Diocesi per interventi di sostegno alla povertà gestite direttamente dal Vescovo, dalla curia, dalla Caritas diocesana, dalle parrocchie e da altri enti accreditati presso la Diocesi (progetto Policoro, coop. Il Gabbiano, Mensa della Carità, Caritas del convento di San Francesco).

Alessandro Floris, Economo diocesano

Pubblicato su L’Arborense n. 23/2022