Omelia per la Messa della notte di Natale

Cattedrale di Oristano - 24 dicembre 2017
24-12-2017

Cari fratelli e sorelle,

il profeta Isaia introduce la proclamazione della Parola di questa celebrazione natalizia con la promessa della luce che illumina il nostro pellegrinaggio di fede: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Ma questa luce può portare conforto e redenzione dalla grande miseria che ci circonda? In concreto, può portare la pace se ogni giorno nasce un nuovo conflitto? Può promuovere l’onestà, se ogni giorno viene scoperto e denunciato un nuovo imbroglio? Può favorire il rispetto delle persone, se ogni giorno si commettono stupri e omicidi? E’ possibile sperare in un mondo più giusto e più tranquillo senza essere considerati ingenui e sprovveduti? Il poeta Salvatore Quasimodo ha scritto: “Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v’è pace nel cuore dell’uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?”

Le domande sono tutte vere, non sono retoriche.  Perciò, non è facile dare loro una risposta convincente. Eppure, la nascita di Gesù “nella città di Davide chiamata Betlemme” ci incoraggia a continuare a sperare, continuare ad amare, continuare a perdonare, anche nel buio del nostro presente e nell’incertezza del nostro domani.

I cristiani di tutti i tempi e di tutti i luoghi sono sfidati ad essere uomini di coraggio! Dimostrano coraggio non solo quei cinquanta milioni di uomini e donne che in diverse parti del mondo sono perseguitati per la loro fede e dove il solo nome di cristiano è una ragione per essere offesi ed uccisi. Lo dimostrano anche quelli che credono che la vita vada difesa e vissuta in tutte le sue stagioni, dall’alba al tramonto; quelli che lasciano il proprio paese e la propria professione per andare ad annunciare il Vangelo. Lo ha dimostrato la bambina d’un paese della Sardegna, che, qualche anno fa, ha ritirato il premio di bambina più buona d’Italia. A sei anni, quando i sogni sfidano la realtà, lei accudiva con molta costanza una sua compagnetta di scuola, costretta su una sedia a rotelle dalla distrofia muscolare atrofica.

Secondo Madre Teresa di Calcutta, è “Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei princìpi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri”.

Per il poeta nuorese Sebastiano Satta è Natale anche nel cuore dei banditi, così come ha scritto in una breve poesia: “O vespro di Natale! Dentro il core / ai banditi piangea la nostalgia / di te, pur senza udirne le campane”. In fondo, nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, anche in quello più indurito da una vita di perdizione, nascono e maturano sentimenti di amore, di generosità, di innocenza. I semi di eterno, di cielo, di assoluto, gettati dalla mano di Dio nel cuore di ogni uomo, possono anche inaridirsi con il tempo e la malizia, ma nessun delitto di morte riuscirà a soffocarli del tutto. Chi è creato da Dio non può vivere senza Dio.

Cari fratelli e sorelle,

affido il mio augurio di Buon Natale ai versi di Ermes Ronchi, un sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria. Essi esprimono molto bene il sentimento di preghiera e di adorazione del Dio bambino: “Umile come la paglia dove sei nato/ Mio Dio, mio Dio bambino/povero come l’amore/piccolo come un piccolo d’uomo/umile come la paglia dove sei nato/Mio piccolo Dio/Che impari a vivere questa stessa nostra vita/che domandi attenzione e protezione/che hai ansia di luce/mio Dio incapace di difenderti/di aggredire e di fare del male/mio Dio che vivi soltanto se sei amato/che altro non sai fare che amare/e domandare amore/insegnami che non c’è altro destino/che diventare come te/carne intrisa di cielo, sillaba di Dio/come te, che cingi per sempre in un abbraccio/l’amarezza di ogni creatura/malata di solitudine”.

Il Dio bambino porti grazia e pace a tutti voi, alle vostre famiglie, in modo particolare alle persone sole, alle persone malate, a tutte le persone che Dio ama e perdona.

Amen.