Omelia per la solennità dell’Epifania

06-01-2020

EPIFANIA DEL SIGNORE 2020

METTERSI IN RICERCA DI DIO NEL MONDO D’OGGI

La Liturgia della Parola di Dio che la Solennità dell’Epifania ci offre è ricca di parole e immagini che si rincorrono e si ripetono quasi come un ritornello che vuole entrare nel nostro cuore: sono le parole: luce, illuminare, brillare, camminare nella luce, abbandonare le tenebre per andare verso la luce.
Si staglia fra tutte queste immagini il richiamo alla stella che i Magi seguono per arrivare al Signore. C’è dunque tutto un ambiente di “luce” e un invito a cercare la luce, a camminare nella luce.

La domanda che ci facciamo è questa: Chi può donarci veramente la luce in questo momento della nostra storia? Chi può offrirci, personalmente o come comunità o gruppo sociale, una luce per camminare sicuri? Cerchiamo allora di dare significato alla parola “luce”. Di cosa si tratta? Avere “luce” significa trovare senso per la nostra vita. Trovare itinerari per rispondere alle domande di sempre ma che ritornano nel profondo del nostro cuore sempre insistenti: perché ci sono? Dove sto andando? Cosa ci faccio qui? Che senso ha tutto quello che faccio: l’amare, il costruire, il soffrire?

Ora, una cosa è certa: guardando al nostro mondo, considerando quelli che vengono chiamati i “grandI del mondo” perché hanno potere decisionale, perché hanno potere finanziario o politico, perché si propongono come guide, ci rendiamo conto che tutte queste persone, sono appunto “uomini, creature”. Perché promettano spesso molto, non hanno risposte, e quando le danno sono risposte povere, parziali, fragili.
Allora dobbiamo rivolgerci altrove. Infatti, la domanda giusta è: dove devo cercare, a chi devo rivolgermi?

Pensiamo ai Magi del vangelo. Sono uomini saggi, studiosi del cielo stellato e si pongono quelle domande di fondo: chi devo cercare, dove andare? Il loro sforzo è quello di leggere i segni dei tempi, fare “discernimento”, per capire dove andare, Cosa il Signore vuole da me?

I Magi siamo noi. Veniamo forse da lontano. Forse anche la nostra fede è tiepida, formale, non profonda, fatta di abitudini… ma ci viene offerta ancora una volta l’occasione della ricerca e della fiducia. Siamo chiamati a fidarci di una luce esterna a noi (la fiducia in Dio che parla attraverso i segni della vita) e che ci sprona a metterci in cammino.

Sappiamo che ogni cammino chiede sforzo, forse mette paura, timore, ci fa faticare. Cosa si trova al fondo del cammino? Il vangelo ci dice che il segno che si trova è un segno povero da interpretare: il bambino e sua Madre Maria. Gesù è dunque la risposta alla ricerca. Però non è un incontro scontato, facile.

Ci vuole l’occhio della fede. L’umiltà di leggere oltre le apparenze. Chi è chiamato a questo percorso? A questo cammino alla luce dei segni che Dio mette nella storia? San Paolo nella sua lettera ci dice: tutti! C’è un coinvolgimento di tutta l’umanità, nessuno escluso. Tutti andiamo verso Cristo. C’è come un movimento universale, forse faticoso, contradditorio, ma che Paolo vede comunque inesorabile verso Gesù.
Sappiamo tutti che esiste il pericolo del rifiuto: Erode, che conosce dove il bambino deve nascere, lo cerca per eliminarlo.

Come ha detto il Papa Francesco, i cristiani danno fastidio, sono moltissimi i cristiani martiri moderni, più della epoca antica. Perché: perché il vangelo dà fastidio, il messaggio di Cristo interroga, spinge a un cambio.
Dobbiamo superare la sindrome di Erode: eliminare il Bambino Gesù perché non ci infastidisca. Come ci infastidisce: facendo lavorare la nostra coscienza. Dicendo che certe azioni sono male, che dobbiamo camminare per altri sentieri.

Ecco l’Epifania! Cioè manifestazione di Cristo; è la festa della luce e del camminare alla Luce di Cristo. Non ci sono popoli lontani o persone lontane, o escluse. Tutti siamo chiamati. Quello che ci viene chiesto è la buona volontà. Alzarsi, mettersi in marcia, accogliere la fatica, essere umili nel leggere i segni perché anche nella povertà del Segno (il bambino e sua Madre) possiamo riconoscere il grande progetto di salvezza del Signore.

+Roberto, vescovo