San Vero Milis. Omelia per l’80° anniversario dell’arrivo della Madonna di Spagna

10-05-2017

 

Cari fratelli e sorelle,

vi confesso che all’inizio del mio ministero di vescovo in Diocesi di Oristano, quando ho sentito parlare della Madonna di Spagna, non capivo di che cosa si trattava. Per me, San Vero equivaleva alla parrocchia di Santa Sofia. Non avevo mai sentito parlare della Madonna di Spagna. Poi mi sono informato e ho appreso che il 26 marzo del 1937, 80 anni fa, un pastore di Narbolia, Daniele Zou,  trovò sulla spiaggia di Is Arenas “Sa Praja manna” una statua della Madonna con il bambino. Era danneggiata dalle intemperie e presentava delle bruciature. Si ritiene che i fedeli devoti alla Madonna abbiano salvato la statua dalla guerra civile che stava insanguinando la Spagna e l’abbiano affidata al mare con la speranza che approdasse da qualche parte. In effetti, le correnti del mare la fecero giungere sulle coste della Sardegna, nel territorio di San Vero Milis. Ed è così che la comunità di San Vero si è affidata alla protezione della Madonna sotto questo titolo particolare. Sono felice di poter celebrare l’ottantesimo anniversario di questo evento con voi questa sera, in ricordo dell’arrivo nella vostra comunità della statua, cui avete attribuito la protezione miracolosa dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Ora, il titolo di Madonna di Spagna si unisce ai tanti titoli legati a luoghi particolari con i quali è venerata la Madonna in tutte pe parti del mondo. Si pensi ai titoli più noti della Madonna di Lourdes, la Madonna di Fatima, la Madonna di Medjugorje, per ricordarne solo alcuni. Ognuno di questi luoghi ricorda un evento mariano particolare. Nel caso della nostra statua, si lega il nome a una nazione intera e non a un luogo specifico. La Spagna, infatti, indica solo il nome della provenienza e non quello di un evento particolare. Tra le cinquantacinquemila Madonne che si venerano in tutta la Spagna non ce n’è  una con il nostro titolo. In effetti, possiamo considerare un evento miracoloso l’approdo della statua sulla spiaggia di Is Arenas, che ha dato il via alla sua venerazione in questa comunità. E’ vero che nella Nostra Diocesi, 15 parrocchie su 85 sono dedicate alla Madonna; che abbiamo due santuari che venerano la Madonna sotto il titolo del Rimedio e di Bonacatu, ossia della buona accoglienza. Ma perché non pensare che sarebbe bello che la Madonna potesse essere venerata come la Madonna di San Vero, piuttosto che come la Madonna di Spagna, per sottolineare in modo particolare il legame alla devozione mariana del vostro paese e della vostra parrocchia? Voi, infatti, la invocate per benedire le vostre famiglie, i vostri bambini, i vostri malati.

Lei benedice e protegge la vostra fede dalle tempeste del dubbio, della sofferenza, delle prove della vita. Il mare è da sempre immagine del male. Nella Scrittura si descrive il futuro della Gerusalemme celeste dicendo “vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più” (Ap 21, 1). Il mare, dunque, con la potenza delle sue acque simboleggia la potenza del male e della morte. Se la statua si è potuta salvare dalle onde del mare e giungere miracolosamente a San Vero vuol dire che il male e la morte possono essere vinti. Il tempo pasquale nel quale viviamo ci ricorda proprio che Gesù, con la sua risurrezione, ha vinto la morte e ci ha aperto le porte del cielo.

Il messaggio centrale della Madonna di Spagna, quindi, è la liberazione dal male, in tutte le sue forme in cui esso si presenta e si sperimenta, dal male fisico a quello morale. La liberazione dal male, però, non significa che il male non esista più, ma che si possa affrontarlo non in forma di protesta ma con cristiana rassegnazione, chiedendo alla Madonna la forza di fare la volontà di Dio. Così è stato nella preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.

La liberazione dal male implica anche la liberazione dalla colpa. La società civile e la mentalità della vendetta creano complessi di colpa e non conoscono il perdono. Un uomo e una donna che sbagliano sono emarginati per sempre dalla vita pubblica e condannati a vita. I giudizi della gente sono talvolta molto crudeli e rovinano la buona fama e la dignità delle persone. Dio, invece, non condanna, non emargina, non manda nessuno all’inferno, perché ha creato l’uomo perché viva nella felicità e nella pienezza degli affetti e dei sentimenti. All’inferno ci si va da soli, ci va uno che si ostina a non accettare il perdono di Dio, a non riconoscerlo come Padre, a usare la libertà, dono supremo di Dio, non per lodarlo ma per offenderlo. Nel Vangelo di oggi, Gesù ha detto che non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo. Chi lo rifiuta e non accoglie le sue parole, ha chi lo condanna, la parola che lui ha detto lo condannerà nell’ultimo giorno. In altri termini, chi si perde è perché si vuole perdere. Se si converte trova sempre il perdono di Dio Padre.

Cari fratelli e sorelle,

“Maria ha attraversato più di una notte nel suo cammino di madre”, ha detto stamattina Papa Francesco all’udienza generale. “Non è una donna che si deprime davanti alle incertezze della vita, specialmente quando nulla sembra andare per il verso giusto. Non è nemmeno una donna che protesta con violenza, che inveisce contro il destino della vita che ci rivela spesso un volto ostile. È invece una donna che ascolta: Maria accoglie l’esistenza così come essa si consegna a noi, con i suoi giorni felici, ma anche con le sue tragedie che mai vorremmo avere incrociato.. Nel momento cruciale della passione di Gesù, quando buona parte degli amici si sono dileguati a motivo della paura, lei è rimasta ai piedi della croce.. Le madri non tradiscono, ha aggiunto il Papa, e in quell’istante, ai piedi della croce, nessuno di noi può dire quale sia stata la passione più crudele: se quella di un uomo innocente che muore sul patibolo della croce, o l’agonia di una madre che accompagna gli ultimi istanti della vita di suo figlio”.

Chiediamo alla Vergine Santa di disporre  delle braccia dei suoi figli, per  accogliere, stringere, amare, salvare le vittime della violenza, liberare gli schiavi da ogni oppressione; di donare la grazia del suo figlio Gesù a chi rischia la morte per trovare rifugio, a chi offre la vita per creare futuro; di confortare chi crede e illuminare chi non crede; di ascoltare chi prega con cuore sincero, redimere chi sbaglia e implora perdono.

Madonna di Spagna, sii sempre la nostra madre amorevole! Amen.