Di buon mattino… Gli auguri di Pasqua dell’Arcivescovo

Il paradosso della fede: da una tomba vuota, a una vita piena!

Di buon mattino … (Gv 20,1)

Il buio avvolge le donne che vanno al sepolcro. Non è solo cronaca. È uno stato d’animo, oscurità interiore che avviluppa il cuore degli amici di Gesù, delle donne coraggiose che sono state con lui sino alla fine, sotto la croce. È il buio della separazione. Il dolore per una vita spezzata tragicamente, la delusione per la speranza, messa a tacere dal colpo di lancia al costato. Eppure in quell’incamminarsi, quando era ancora buio, di buon mattino, vi è la traccia muta del desiderio di un incontro, l’attesa della notizia che possa sorprendere il cuore.

Anche noi abbiamo camminato, durante quest’anno, quando era ancora buio, ma abbiamo conservato segretamente nel cuore il desiderio della speranza, la nostalgia di farci sorprendere da una buona notizia. Sì, certo, la buona notizia sarebbe che la pandemia è scomparsa definitivamente. Ma sentiamo anche il bisogno di una parola più radicale, di una speranza che abbracci ogni novità che non sia conquista di un momento, ma rivelazione di eternità: Non è qui. È Risorto!

Sorprendersi

La pietra è stata rotolata via. Inizia a squarciarsi il buio della notte; i piani prestabiliti sono sconvolti. Si affacciano le domande: dove? chi? come? Anche noi ci siamo chiesti in questo tempo: chi ci salverà? Dove troveremo un cammino sicuro? Come potremo riprendere la vita? Sarà quella di prima o diversa? Migliore? La fede fa risuonare le parole di Gesù: Io Sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo, per rimetterci in marcia, infondendo forza per non cedere allo sconforto e alla stanchezza.

Correre

È straordinario veder correre Maria Maddalena, Pietro e Giovanni. Il loro dolore è passato in secondo piano, c’è il desiderio di capire, lo stupore, il dubbio, la speranza, l’amore per il Maestro. Cosa fa correre il nostro cuore? A che cosa diamo importanza e ha il potere di smuoverci? In questo tempo di pandemia siamo stati sollecitati a mettere in ordine le nostre priorità. Hanno trovato un posto speciale le relazioni, l’attenzione agli altri, la condivisione. È arrivato il momento di riprendere il cammino, di correre portando la buona notizia: Non è qui. È Risorto!

Vedere

Che cosa hanno visto i discepoli, giunti trafelati al sepolcro? Non molto: una pietra rotolata, il sepolcro vuoto, le bende per terra. Di colpo i loro occhi si sono aperti, hanno ricevuto il dono di uno sguardo diverso, non superficiale, che fa sintesi e memoria di quanto il Maestro aveva detto. In questo tempo abbiamo, forse, imparato a guardare diversamente gli altri e la realtà. Oltre la superficie, per capire il valore di chi ci stava vicino, il suo mistero, il dono inestimabile che rappresentiamo gli uni per gli altri. È stato un viaggio lungo. C’è voluto tempo per i discepoli, di allora e di oggi, per abituarsi alla novità di una presenza diversa.

Credere

A ciascuno di noi, di fronte al mistero della morte e resurrezione del Signore, viene chiesto lo stesso percorso. L’alba del giorno di Pasqua annuncia che Cristo è veramente risorto, ma poi ognuno deve fare il proprio cammino interiore dal buio, alla sorpresa, alla corsa per arrivare a credere.

L’augurio, per me e per ciascuno di voi, è che sappiamo lasciarci sorprendere dal Signore, che continuiamo il cammino, anche se ancora c’è buio, che possiamo correre per ciò che dà senso alla nostra vita e, infine, aprirci al mistero, per credere in Lui: il Risorto!

 + Roberto, arcivescovo