L’Ufficio diocesano per la pastorale del Turismo, tempo libero e Sport, attraverso il suo delegato don Ignazio Serra, si è attivato, i giorni scorsi, per esaudire la curiosità di conoscere qual è il campanile più alto della nostra Arcidiocesi arborense. Quattro le torri campanarie in lizza: quella della Cattedrale, e quelle delle chiese di Busachi, San Vero Milis e Ortueri che, già ufficiosamente, si contendevano da sempre il simbolico primato.
In collaborazione con L’ARBORENSE, il nostro settimanale di informazione, riportiamo l’intervista a don Ignazio riguardo questo ultimo progetto dell’Ufficio diocesano.
Come è nata l’indagine sui campanili?
Nasce dallo stesso desiderio di ciascuno di noi di sapere quanto misurano il monte più alto o il fiume più lungo della Sardegna. La stessa domanda l’ho sentita porre riguardo ai campanili arborensi. Esistevano risposte molteplici, approssimative, con cifre che variavano talvolta anche di diversi metri. Ora, invece, sappiamo quanto sono alti con certezza scientifica, con un margine di errore minimo solo di un paio di cm. Ci tengo a precisare che si trattava di far vincere non il migliore o il più bello ma solo quello più alto. A decretare il verdetto è stata dunque la tecnologia con i suoi dati.
Che verdetto ha dato questo suo studio?
Primo posto simbolico per il campanile della Cattedrale, sia per il solo manufatto (41,23 metri), sia per la misurazione fino alla croce: 44,23 metri. Secondo posto per Busachi (40, 62 m. il manufatto e 41,42 m. con la croce; terzo posto per quello di San Vero Milis (38,27 m. il manufatto e 39,57 m. con la croce); quarto Ortueri la cui misura del manufatto è di 37, 43 metri ma con la misura sino alla croce (38,63 m.) supera quella di San Vero Milis.
Si può dire, dunque, che tra i paesi Busachi è quello che ha il campanile più alto. Che la fama del campanile di San Vero non viene smentita (mannu est su campanì, quando un bambino chiedeva un pezzo di torta più grande). E che per quanto riguarda il campanile di Ortueri, va detto a onor di cronaca che, a causa di un fulmine, vide crollare svariati metri del basamento della cupola che, nella fase di ricostruzione, non furono recuperati: diversamente, avrebbe potuto insidiare e superare anche quello di Busachi.
Che tipo di misurazione è stata?
Abbiamo misurato prima il solo manufatto poi aggiunto la misura della croce in cima. Con il perito, Luca Urrai di Ollastra, si è fatto ricorso alla fotogrammetria digitale, che consiste nella realizzazione di un modello grafico tridimensionale partendo dall’elaborazione di una serie di foto. Pertanto, maggiore è il numero di foto e maggiore sarà la qualità e la precisione del modello. Però per avere un risultato con una precisione ancora maggiore è necessario rilevare i punti di orientamento: si è proceduti, quindi, al rilievo di punti di orientamento riconoscibili a terra (almeno tre) per poi inserire le coordinate di questi punti nel software a cui si sono aggiunte le coordinate del punto di scatto rilevate grazie alle foto del drone.
Oltre ai dati, ci sono anche altre motivazioni che l’hanno spinta a questa indagine?
Sì, certo. Accendere i nostri riflettori su un luogo identitario delle nostre comunità parrocchiali. Il campanile in quasi tutti i nostri piccoli paesi è l’elemento che si scorge da più lontano. È la prima cosa che individui quando si rientra a casa. Penso agli emigrati di rientro dopo un certo tempo: scorgono il loro campanile da km di distanza, si commuovono, sentendosi già a casa. Ebbene, questi spazi, fino a 40-50 anni fa erano aperti, almeno al campanaro, e ci si saliva tutti i giorni per suonare più volte al giorno le campane. Oggi per la stragrande maggioranza sono chiusi. Occorre renderli fruibili, metterli in sicurezza, tenerli puliti. Renderli spazi visitabili. Chi non vorrebbe vedere dall’alto il proprio paese e il panorama all’intorno?
Cosa si può fare a riguardo?
Far dialogare le persone preposte come l’Assessore regionale al turismo, l’Ufficio dei Beni culturali, la Pastorale del Turismo, le stesse parrocchie. Non è impossibile che i campanili più significativi possano essere resi visitabili.
Un’ultima curiosità: in Sardegna il campanile di Mores resta il numero uno indiscusso?
Direi di sì. Sto comunque prendendo contatti col parroco e il sindaco: se farà loro piacere rileveremo l’altezza facendo ricorso alla stessa tecnologia. Pure per il loro campanile, la misurazione è ballerina: chi dice 46, chi 47 metri. Ci piacerebbe fornire una cifra precisa: mission possible, se farà loro piacere.