La Quaresima, insieme all’Avvento, è uno di quei periodi che i Libri Liturgici chiamano Tempi Forti: per meglio dire, il tempo di Avvento che culmina con quello di Natale e quello di Quaresima che, celebrata la solenne Veglia di Pasqua, prosegue per altri 50 giorni e culmina con la solennità di Pentecoste.
Tempi forti perché? Queste lunghe tratte dell’Anno liturgico per il significato spirituale e teologico, ma anche per quello comunitario, nella lunga storia della Chiesa, hanno sempre avuto un grandissimo impatto a tutti i livelli della comunità ecclesiale.
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia dunque la Quaresima, periodo di quaranta giorni che precede e prepara il cuore stesso dell’Anno Liturgico: la Pasqua. Con l’itinerario quaresimale si è invitati a vivere con particolare impegno la conversione. L’austero segno delle Ceneri, ricavate dalla combustione dei rami di palma e di ulivo della domenica delle Palme dello scorso anno rimanda direttamente alla caducità e alla fragilità della condizione umana.
Il Mercoledì delle Ceneri si caratterizza (insieme al Venerdì santo) come giorno principale di digiuno e di astinenza dalle carni: mortificazione, sacrificio, penitenza e conversione sono intrinsecamente connessi con questi segni quaresimali.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù venne in Galilea, predicando il vangelo di Dio. Diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto, convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1, 1-15).
Da questo brano del Vangelo di Marco è tratta la formula che accompagna il rito dell’imposizione della cenere sul capo o sulla fronte dei fedeli: è consentita in tutte le celebrazioni che si tengono in questo giorno (anche fuori dalla Messa). Questo gesto così essenziale e semplice sottolinea il vero significato del periodo liturgico che inizia: il tempo quaresimale però, oltre all’aspetto penitenziale e di purificazione, è un chiaro invito alla conversione, attraverso le opere della carità, della preghiera assidua e del ritorno a Dio Padre.