Accoglienza e fraternità nel cuore delle Ande
La visita a don Luciano Ibba e alla missione di Sicuani (Perù) dove egli opera ormai da 25 anni è stata un’occasione di grazia. Abbiamo toccato con mano quanto già conoscevano di questo nostro fratello presbitero della diocesi di Oristano, prestato ormai da tempo alla chiesa di Sicuani.
Con il suo entusiasmo, la carità operosa e intelligenza egli ha saputo seminare nel cuore della terra peruviana l’attenzione ai piccoli con difficoltà familiari, attraverso la creazione de La Posada de Belèn, casa che accoglie bambini e adolescenti affidati a lui dai servizi sociali o dal Tribunale per i minori. Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi l’attenzione verso questi bambini e il percorso di educazione affidato a collaboratrici e personale dedicato. Ma don Luciano non si è fermato a questo; ha creato il centro giovani, dove sono accolti giornalmente molti adolescenti che per ragioni di povertà non possono permettersi di avere un percorso scolastico adeguato.
Anche qui volontari e persone con competenze aiutano i ragazzi ad affrontare i compiti scolastici, a vivere momenti di svago e fraternità, ad avere a disposizione una biblioteca e campi per il gioco. Accanto vi è la parrocchia di Nostro Signore di Huanca (il Cristo alla Colonna), dove la comunità si riunisce per la celebrazione domenicale e feriale. Ho potuto presiedere una celebrazione domenicale e percepire la fede genuina di molti laici, desiderosi di approfondire il vangelo.
La nota costante che ha segnato la nostra esperienza in terra peruviana è stata l’accoglienza. In primo luogo, quella di don Luciano e dei suoi collaboratori che ci hanno accolto all’aeroporto dopo un viaggio aereo di 14 ore e poi altre tre di macchina… ma anche l’accoglienza del vescovo di Sicuani, mons. Cesar Augusto Ramirez Huerta, che ha messo a disposizione la sua casa per il tempo del nostro soggiorno a Sicuani, allertando le brave suore che vivono con lui per renderci il soggiorno accogliente e gradevole. In questo momento in Perù è inverno, con temperature anche sui 0 gradi al mattino… e per noi che venivamo dal caldo del centro Sardegna, ha rappresentato uno shock.
Accoglienza anche da parte delle comunità dove don Luciano opera. Per esempio, alcune piccole comunità in alta montagna (a quattromila metri…) dove la gente ci ha atteso con pazienza la sera per la celebrazione dell’Eucaristia…. E dove il freddo ha fatto da padrone… meno male che al termine della celebrazione una calda tazza di infuso di menta e una ciambella offerta a tutta la piccola comunità ci ha rianimato…
Accoglienza da parte dei sacerdoti che abbiamo conosciuto in diverse celebrazioni, specialmente l’ordinazione presbiterale di un diacono nella chiesa cattedrale. Un intenso momento di preghiera e di comunione tra le nostre chiese. Infine, accoglienza da parte dei carcerati. Una mattinata dedicata a visitare il carcere di Sicuani e vedere come il contributo che come diocesi abbiamo inviato insieme alla Caritas, si è concretizzato nei letti per i carcerati che spesso dovevano dormire per terra. Ci hanno fatto festa con danze tradizionali e l’omaggio del lavoro che fanno quotidianamente con i telai con cui producono i famosi poncho e le stoffe colorate che tutti conosciamo.
Questi sono solo alcuni pensieri sparsi di una bella esperienza di Chiesa che vive la sua cattolicità proprio nello sperimentare come il vangelo parli a tutte le latitudini e in tutti i cuori. A don Luciano il mio e nostro grazie per il suo impegno per la gente di Sicuani, per i piccoli e giovani, per i carcerati.
+Roberto, Arcivescovo