Omelia per la Messa di ringraziamento per l’elezione di papa Leone XIV
Fratelli e sorelle,
ci siamo radunati stasera per fare Eucaristia, per innalzare, cioè, il nostro ringraziamento al Signore, datore di ogni bene, per averci donato un nuovo Papa, il vescovo di Roma, la guida spirituale per milioni e milioni di cristiani: Leone XIV.
Una lettura affrettata e superficiale di questo avvenimento ne vede solo gli aspetti marginali e umani che certo non sono assenti, ma che per noi non hanno il posto principale. La nostra fede nella Trinità, nella presenza e azione dello Spirito Santo, ci fa confidare nell’ispirazione dello Spirito di Sapienza, di Scienza, di Consiglio. Egli in modo misterioso traccia i percorsi dell’ispirazione interiore, che attraverso la nostra umanità: in questo caso, l’umanità e le storie dei Cardinali riuniti in Conclave, si fa strada per realizzare il suo disegno di salvezza.
Papa Leone XIV è innanzi tutto un dono alla comunità cristiana cattolica ma possiamo anche dire a tutta l’umanità, per il ruolo rilevante che il vescovo di Roma, come abbiamo avuto modo di notare ai funerali di papa Francesco, assume in relazione ai gravi problemi che affliggono la nostra umanità e feriscono i più deboli. Egli così ha descritto sé stesso nella Messa di inizio del ministero: Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia.
Per descrivere il ruolo del Papa nel nostro contesto attuale, non trovo migliori parole che lo stesso papa Leone ha utilizzato parlando ai Cardinali il 10 maggio: Il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno Successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo. Bene lo hanno mostrato gli esempi di tanti miei Predecessori, da ultimo quello di papa Francesco stesso, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre. Il potere del Papa, come dice bene papa Leone, e come ebbe a dire nelle sue prime parole già Benedetto XVI è quello di essere umile servitore di Dio e dei fratelli. Si tratta dunque di un potere che ha il suo modello e stile nel potere di Cristo che ha detto sono venuto per servire e non per essere servito. Papa Leone ha ancorato le sue prime parole al Vangelo e a Gesù. Il saluto di pace ci ha riportato all’incontro tra Gesù Risorto e i suoi discepoli. Così, infatti, continua sempre papa Leone nel suo discorso ai Cardinali: È il Risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa e che continua a ravvivarla nella speranza, attraverso l’amore riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato. A noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel sussurro di una brezza leggera o, come alcuni traducono, in una sottile voce di silenzio. È questo l’incontro importante, da non perdere, e a cui educare e accompagnare tutto il santo Popolo di Dio che ci è affidato.
Papa Leone XIV entra in quel cammino secolare della Chiesa, dove la figura dell’apostolo Pietro ha un ruolo di servizio alla fede dei fratelli nella carità. Il successore di San Pietro non può fare a meno di confrontarsi con la figura dell’apostolo che, pur consapevole della sua fragilità e del suo tradimento, accetta per amore del Signore di condurre i suoi fratelli. Si domanda papa Leone in riferimento al ministero petrino: Come può Pietro portare avanti questo compito? Il Vangelo ci dice che è possibile solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento. Come ebbe a dire papa Francesco a proposito dell’apostolo: Una figura complessa da scoprire e conoscere, quella di Pietro, un missionario da emulare certo ma anche un uomo in cui ci si può riconoscere, con i suoi punti deboli.
Sono stati sintetizzati in tre simboli legati alla figura dell’Apostolo il valore della sua esistenza e del suo esempio. Il primo simbolo: la pietra, immagine biblica di stabilità e sicurezza, che darà all’Apostolo, il cui nome originario era Simone, il nome stesso di Pietro; il secondo simbolo: le chiavi, che incarnano il senso del potere ma includono anche il significato di dare un senso e una interpretazione; la terza immagine associata a Pietro, è l’immagine di tipo forense e abbraccia la funzione di esortare e ammonire i fedeli. Pietro quindi non solo è rappresentante del fondamento che è Cristo, ma riunisce in sé anche la funzione di insegnamento all’interno di una comunità. Chiediamo al Signore che sostenga, guidi, ispiri a papa Leone nel suo alto compito di dare stabilità alla Chiesa, di usare il potere per il servizio, di esortare e aiutare tutti i fedeli a seguire da vicino il Cristo Signore. Il Papa ha voluto, sin dal primo momento, affidare il suo ministero petrino all’ intercessione della Madre del Signore. Anche noi invochiamo Maria perché custodisca il Santo Padre e sempre lo guidi all’ascolto attento del Suo Figlio. Amen
+ Roberto, Arcivescovo