Lunedì 7 luglio, una delegazione della nostra Chiesa diocesana composta dall’Arcivescovo Roberto, da don Maurizio Spanu, direttore della Caritas arborense e cappellano del carcere di Massama, e dal seminarista Matteo Lutzu volerà in Perù e sarà ospite della diocesi di Sicuani dove, da 25 anni, opera don Luciano Ibba, sacerdote della nostra Arcidiocesi. Alla partenza L’ARBORENSE, il nostro settimanale diocesano, ha rivolto alcune domande ai visitatori per conoscere da loro i motivi del viaggio, lo stato d’animo e le aspettative e se c’è, dentro questa missione in Perù, qualche particolare progetto.
Le parole dell’Arcivescovo
Il mio viaggio in Perù è motivato principalmente dalla possibilità di visitare il nostro presbitero don Luciano Ibba, sacerdote Fidei Donum in Perù da 25 anni, ci racconta l’arcivescovo Roberto. A don Luciano ho sempre detto che sarebbe stata importante una visita per comprendere da vicino la sua attività pastorale, l’impegno per i bambini e gli adolescenti senza famiglia e il suo servizio alla diocesi di Sicuani. Si è presentata adesso l’occasione, dato che nei prossimi anni la Visita Pastorale all’Arcidiocesi di Oristano non me lo avrebbe permesso. Per l’Arcivescovo è un ritorno in America Latina a distanza di dieci anni dal suo ritorno da Cuba: Sì, è un viaggio della memoria, che mi fa ripensare ai 12 anni spesi nell’Isola dei Caraibi ma anche alle visite e agli incontri di formazione avuti con i frati in molte nazioni del continente latino-americano, dall’Argentina, alla Bolivia, alla Colombia, al Brasile… In questi anni non ho mai smesso di esercitarmi con lo spagnolo e so che don Luciano ha preparato un programma della visita che vede diversi incontri, a iniziare da quello con il nuovo Vescovo di Sicuani mons. Cesar Augusto Huerta Ramirez, con il quale potrò condividere qualcosa del nostro comune servizio episcopale, e le varie comunità del luogo. Un viaggio, quello della delegazione, che può considerarsi la prima delle Visite pastorali annunciate per le comunità arborensi in questo prossimo triennio: Possiamo considerarlo in quella prospettiva, rivela mons. Carboni, dato che il vescovo nella visita pastorale incontra prima di tutto i suoi sacerdoti e le loro realtà pastorali. Don Luciano, benché al servizio della Chiesa di Sicuani è incardinato nella nostra Arcidiocesi e mantiene il contatto con la Sardegna e con tanti nostri presbiteri, oltre a inviarci informazioni sulle sue attività pastorali. La nostra Chiesa non manca di sostenere, anche con offerte in denaro, alcuni progetti, specialmente quello di attenzione ai ragazzi soli denominato La Posada de Belèn.
Lo stato d’animo di don Maurizio Spanu
Per don Maurizio Spanu è, invece, la prima volta nel continente americano: Per me è una grande e bella opportunità. Ringrazio l’Arcivescovo per avermi chiesto di accompagnarlo in questo viaggio insieme a Matteo. Qual è lo stato d’animo? Soprattutto il desiderio di conoscere personalmente una Chiesa particolare legata, in modo unico, alla nostra dalla presenza costante, da decenni, di sacerdoti Fidei donum. Di Sicuani ho sentito parlare durante gli anni del Seminario minore dai racconti di don Franco Porchedda e don Gianni Maccioni. Recentemente don Maurizio ha scoperto che anche don Luciano è cappellano di un carcere di quel territorio: Sì, non sapevo di questo suo incarico. Nel programma del nostro viaggio c’è anche la partecipazione alla celebrazione giubilare con i detenuti del carcere penale a Sicuani, il 16 luglio, giorno di Nostra Signore del Carmelo. Don Maurizio si presenterà ai peruviani anche come direttore della Caritas arborense: In effetti faccio parte della delegazione proprio in quanto direttore della Caritas che, tra i suoi mandati, ha anche l’educazione alla mondialità, alla pace e alla conversione ecologica. Attualmente non ci sono progetti specifici di collaborazione tra la Caritas arborense e la Caritas di Sicuani, ma è già in programma di dedicare un po’ di tempo a questo in un momento specifico della nostra permanenza: è uno tra gli obiettivi della visita.
Per Matteo Lutzu un’esperienza oltre la visita
Prima volta in America anche per Matteo che, conclusa la visita dell’Arcivescovo, si fermerà da don Luciano per due mesi. Quest’ultimo periodo è stato abbastanza intenso, ci racconta Matteo. Proprio in questi giorni ho concluso gli esami del quarto anno di Teologia e ho partecipato al Giubileo dei seminaristi a Roma, incontrando anche papa Leone; non ho ancora avuto modo di realizzare che sto partendo in Perù. Sento però sin d’ora di ringraziare l’Arcivescovo perché ha reso concreto il mio desiderio di un’esperienza come questa. Parto con la sola aspettativa di tornare a casa diverso, non so come, non so cosa potrà cambiarmi, ma desidero tornare arricchito. Ancora non c’è nulla di definito sulla sua presenza in Perù: Sono contento così. Ho desiderato fare questa esperienza ma mai ho pensato di essere utile, men che meno indispensabile, a quella comunità. Questo progetto nasce dal mio desiderio di entrare in contatto con una testimonianza autentica di Vangelo, con comunità che vivono una fede genuina. Parlandone con una guida molto saggia, mi ha consigliato di prepararmi alla partenza rileggendo gli Atti degli Apostoli, per gustare la bellezza della Chiesa che nasce, che si fonda sulla fede nel Risorto. Ho bisogno di smontare il mio orgoglio occidentale ed essere aiutato a riconoscere anche nelle realtà più diverse l’azione dello Spirito. Un viaggio, dunque, che si inserisce nel suo percorso di discernimento vocazionale. È un viaggio importantissimo perché io possa incontrare autentici testimoni del Vangelo, scoprire la bellezza di una Chiesa variegata, fatta di diversi carismi e diversi ministeri che esprimono, nella diversità della cultura, l’unica fede in Cristo, e perché io possa imparare a mettermi in gioco, a uscire dalla mia confort-zone; questo è un esercizio molto importante, soprattutto per quell’oggi in cui i parroci sono chiamati a ripensare continuamente il loro modo di vivere il ministero. Un’esperienza che lo legherà, senz’altro, alla nostra Chiesa arborense in maniera molto più pregnante: Nella nostra Arcidiocesi scorre la linfa della missionarietà, tantissimi presbiteri hanno offerto il loro servizio Fidei Donum. Cito mons. Mario Cuscusa perché con lui condivido il cammino di formazione al Seminario Regionale, per tanti anni missionario in Kenya; poi mons. Franco Porchedda perché mi è capitato, ultimamente, di parlare con lui del Perù e della sua esperienza; ma, ce ne sono tanti altri, fino a don Luciano… Sebbene non abbia mai conosciuto don Luciano, sento molto vicina a me questa realtà missionaria. Don Luciano è partito per Sicuani prima che io nascessi, però ho sempre sentito parlare di lui sin da ragazzino, anche dalle pagine de L’Arborense, durante l’ottobre missionario, nelle omelie della Messa Crismale e in tante altre occasioni come Chiesa diocesana siamo stati invitati a ricordarlo nelle nostre preghiere per il suo ministero. Sono davvero molto curioso di conoscere persone e luoghi di cui ho solo, tanto, sentito parlare.