Dal mese di giugno le regioni italiane son tornate ad essere vasi comunicanti. Ci si può muovere, infatti, da un capo all’altro del Bel Paese e la riconquistata mobilità favorirà, anche se con numeri più bassi, la ripresa del comparto turistico in Italia e, quindi, anche nella nostra Sardegna.
Come Ufficio Regionale della Conferenza Episcopale Sarda per la pastorale del turismo, desideriamo anzitutto condividere la sofferenza dei centomila lavoratori sardi impiegati nei vari ambiti dei servizi legati al turismo e che vedono in forse il buon esito della stagione a causa della pandemia del Covid-19.
Siamo vicini a quanti non riusciranno a riaprire il loro esercizio commerciale, come pure a coloro che si vedono costretti a rinviare l’apertura e ad operare, purtroppo, dei tagli di personale e di servizi. La nostra solidarietà va, inoltre, a quanti aprono o ricominciano la propria attività con notevoli sacrifici, vivendo la stagione estiva con il peso dell’incertezza.
Cogliamo, allo stesso tempo, i segnali di speranza nell’incremento del turismo locale, di prossimità, promosso dai sardi stessi a favore della loro amata Isola.
Auspichiamo, perciò, che in questi prossimi mesi siano per primi i sardi a riscoprire la Sardegna, le sue spiagge meravigliose, il suo mare incantevole e pulito, la bellezza dei piccoli borghi e delle chiese campestri, i tesori delle tradizioni di fede, cultura, arte, la nobiltà d’animo e la dignità della nostra gente.
Ai turisti italiani e stranieri e a quanti vengono nella nostra Isola porgiamo, a nome di tutti i Vescovi della Sardegna, un cordiale benvenuto, contenti di poter condividere i doni della natura e la ricchezza delle tradizioni. Insieme con i nostri ospiti, vogliamo riscoprire il valore della solidarietà e la speranza di un mondo migliore, perché siamo convinti con Papa Francesco che “peggiore di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”.
Le comunità ecclesiali della Sardegna vengono incontro alle vostre necessità spirituali disponendo un servizio quotidiano e
domenicale di celebrazione dell’Eucaristia.
Là dove sarà possibile, le chiese rimarranno aperte per la preghiera, un momento di riflessione, di raccoglimento e gratitudine.
Nell’invocare la benedizione di Dio su un soggiorno sereno e piacevole, auguriamo a tutti gli amici che vengono nella nostra Isola di poterla lasciare con un arrivederci di nostalgia e simpatia.
Ignazio Sanna,
arcivescovo emerito di Oristano
Delegato per la pastorale del Turismo