Il santo testimone di questa settimana è Sant’Ignazio di Antiochia, Padre della Chiesa e Padre Apostolico. Trascorse la prima parte della sua vita in un ambiente pagano e divenne cristiano solo grazie alla predicazione dell’apostolo Giovanni. Venne nominato come terzo successore di Pietro, dopo sant’Evodio, nella chiesa di Antiochia di Siria al tempo dell’imperatore Traiano.
Fu vescovo e divenne esperto della teologia sira originaria di un popolo semitico che abitò in Siria fino al VII secolo a.C. Le uniche fonti dirette che abbiamo sulla sua vita è l’opera Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea e la Lettera di Policarpo destinata ai Filippesi. Arrestato durante le persecuzioni romane, venne processato e subì la condanna ad damnatio ad bestias a Roma, una sentenza di morte particolarmente cruda e riservata ai peggiori criminali che consisteva nell’essere divorati vivi dalle belve nelle arene.
Ignazio accolse questa imputazione affidandosi totalmente a Dio e sperando che questo fosse sufficiente per imitare la passione del suo Cristo. Nel viaggio per Roma incontrò il vescovo Policarpo a Smirne e scrisse sette lettere destinate a Efesini, Magneisani, Tralliani, Romani, Filadelfiesi e Smirnesi che provavano stima e ammirazione per lui e la sua opera di evangelizzazione instancabile. In queste lettere, infatti, esprimeva in modo molto coinvolgente e incalzante la sua passione per Cristo e il suo desiderio dell’unione di tutte le chiese.
Lui stesso si definisce come l’uomo fatto per portare l’unità.