III Domenica del Tempo Ordinario. Il commento al Vangelo

Il vangelo 

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Lc 1,1-4; 4,14-21


Il commento

La III domenica del Tempo Ordinario è dedicata, secondo il Motu Proprio Aperuit Illis del 30 settembre 2019 di papa Francesco, alla Parola di Dio. È la domenica in cui siamo chiamati a dare importanza e risalto alla Parola: ascoltarla, meditarla, celebrarla. In questa speciale domenica il vangelo che ci viene proposto è quello di Luca.

Siamo all’inizio del vangelo, composto da due testi: il prologo e il discorso programmatico di Gesù. Soffermiamo la nostra attenzione sul prologo. Luca segue la linea degli autori classici della sua epoca che erano soliti far precedere i loro scritti da un prologo. Cita Teofilo, un cristiano benestante della comunità di Filippi che probabilmente lo aveva aiutato con la sua generosità. La parola di Dio, già da queste battute iniziali, ci porta a capire che si vive, si contempla e si trasmette attraverso la comunità e che ciascun fedele dà il suo contributo; questo è l’esempio di Teofilo che grazie alla sua generosità viene ricordato in eterno. Beato Teofilo!

Molti, dice Luca, hanno fatto ricerche su fatti riguardanti Gesù di Nazareth per metterle per iscritto. Luca per conto suo segue i primi cristiani che hanno accolto il vangelo. Parla di fatti che riguardano coloro che hanno accolto il vangelo e non parla di miti; il Vangelo infatti non è un mito. È interessante e singolare per noi che Luca, pur non avendo conosciuto Gesù, scrive il vangelo basandosi sulle testimonianze di coloro che hanno dato la loro adesione a Cristo.

Sono essi che rendono concreto il vangelo e sono diventati servi della Parola e in molti casi hanno donato anche la vita. La loro testimonianza è quella che dà credibilità ai fatti accaduti nel vangelo. Il vangelo è dunque un messaggio solido per il quale ci si può lasciare coinvolgere con la vita. Luca scrive a coloro che si ritrovano per ascoltare, meditare e celebrare la Parola e che hanno dato la propria adesione a Cristo; conferma loro che, chi affida la propria vita a Cristo e testimonia la sua Parola, si poggia su una roccia solida. La verità di fede non sarà dimostrata se non attraverso l’adesione a Cristo e la testimonianza.

Tutti possiamo aderire al vangelo, possiamo scegliere Cristo, appoggiare la nostra vita interamente a Lui ed essere testimoni verso i fratelli. Lo scopo del suo prologo è esortare coloro che hanno il compito di vivere e trasmettere il vangelo. La dimostrazione della veridicità del vangelo si trova nella testimonianza dei nostri martiri, di coloro che sono stati custodi della Parola di Dio e che grazie a loro è arrivata a noi: sono loro che rendono concreto il vangelo e noi aderiamo tramite la loro consacrazione e il loro amore alla Parola.

Anche noi lasciamoci innamorare della Parola: diventi per noi un’esigenza gustarla quotidianamente e testimoniarla con la vita.

Simon Pedro Ela Ekong, parroco di Gadoni e Belvì