Sono iniziati nei giorni scorsi gli incontri quaresimali dell’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, mons. Roberto Carboni. Tutti i martedì, alle 19, proporrà la catechesi dalla cattedrale di Oristano, mentre i mercoledì la presenterà, a partire dalle 18,30, dalla cattedrale di Ales.
I temi proposti dall’Arcivescovo derivano dal Vangelo di Luca. Nel primo incontro catechesi su Non di solo pane vivrà l’uomo (Lc.44) e Il suo volto cambiò d’aspetto (Lc 9,29). Nel secondo Lascialo ancora quest’anno… vedremo se porterà frutto (Lc. 13, 8-9), nel terzo Facciamo festa (Lc. 15,23). Ultima catechesi, 5 e 6 aprile, dal titolo Fate questo in memoria di me (Lc. 22,19).
Mons. Carboni ha indicato, nella sua lettera per l’inizio della Quaresima, alcune regole per vivere concretamente la preparazione alla Pasqua. La più importante è il cambio di mentalità, cioè modo di pensare, cambio totale della direzione della via e della vita. Una religione solo esteriore non è gradita a Dio. Quello che il Signore vuole è qualche cosa di più profondo: lacerarsi il cuore. Significa, per esempio, che a una pratica formale della religione (partecipare ai riti solo per la visibilità sociale…) si deve sostituire un reale cambio nel modo di trattare gli altri; nel perdono, nella carità concreta, nel modo di parlare degli altri. Papa Francesco ha ricordato spesso il male delle critiche, delle chiacchiere distruttive, delle calunnie, in tutti gli ambiti di vita, sia nel clero come nei fedeli.
Oggi siamo chiamati, ha scritto l’Arcivescovo, anche a coinvolgere il corpo nel nostro itinerario di conversione che è insieme interiore ed esteriore. Riscopriamo la preghiera, non tanto nel dire molte formule, ma col dedicare del tempo al nostro rapporto con Dio, a leggere la realtà lasciandoci guidare dalla presenza di Dio in noi. Si potrebbe in questa Quaresima dedicare ogni giorno un po’ di tempo (10/15 minuti) alla lettura di una pagina del Vangelo. Riscoprire il digiuno per togliere qualcosa al corpo e riempire l’anima di nutrimento spirituale.
E ha proseguito: Oltre al digiuno alimentare, siamo chiamati a essere maggiormente responsabili circa la risorse, a evitare gli sprechi, donare oltre il superfluo, privarsi di tante cose alimentari non necessarie. Questo è il punto di partenza, poi si può aggiungere anche il resto: rinunce, meno televisione, meno telefonini, meno navigazione al computer. Il digiuno diventi una formazione del proprio cuore, che impara ad amare Dio e il prossimo anche con un sano amore verso sé stessi. Insieme sono il trittico necessario per la nostra conversione. Riscopriamo l’elemosina come dare qualcosa di noi stessi, non solo soldi, ma tempo, affetto, attenzione, considerazione, intelligenza.