Nuovi beati: Armida Barelli

Armida Barelli è stata proclamata beata sabato 30 aprile. Esultano i cristiani, in modo speciale le socie della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. È questa la sua opera più conosciuta, accanto alla fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e alle straordinarie iniziative di valore sociale, religioso e culturale.

Armida Barelli era nata a Milano nell’anno 1882 in una famiglia cristiana di sei figli. Nella sua casa respirò la fede, l’amore, la preghiera. Per compiere gli studi fu mandata in Svizzera, nel Collegio Religioso di Menzingen, che godeva in quel tempo di grande prestigio, sotto la guida delle Suore della Santa Croce. Fin da giovane coltivava nel suo cuore l’ideale del servizio ai giovani, ai deboli e ai diseredati, e decise di consacrare la sua vita al Signore nello stato laicale emettendo il suo voto nel Duomo di Milano nel 1913. Divenne terziaria francescana.

Nell’anno 1917 fondò la Gioventù Femminile di Azione Cattolica nella Diocesi di Milano. Nel 1918 diede vita alla Gioventù Femminile in tutta l’Italia, a immagine della Gioventù Maschile nata cinquanta anni prima e il Papa Benedetto XV la nominò Presidente Nazionale. Nel 1921 divenne Amministratrice della Casa Editrice Vita e pensiero, contribuendo ad alimentare la cultura nel laicato cattolico. Il 7 dicembre 1921, festa di Sant’Ambrogio, fu la fondatrice della gloriosa Università Cattolica, raccogliendo il desiderio del Beato Giuseppe Toniolo, che ne aveva preparato la nascita e che era morto due mesi prima. Tesoriera della stessa Università, ideò la Giornata Universitaria per la raccolta di contributi, e così nel 1924 cominciarono le attività accademiche delle facoltà di Scienze Sociali e Scienze Filosofiche.

Ad Assisi nel 1919, in un convegno presieduto da fra Arcangelo Mazzotti nel Convento di San Damiano, fondò le Terziarie Francescane del Regno Sociale del Sacro Cuore, che si trasformarono in Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. Era una vera novità ecclesiale, che apriva ai laici la possibilità della consacrazione a Dio vivendo nel mondo, con la prospettiva di dedicarsi all’apostolato. Le Missionarie della Regalità si dedicarono anche al potenziamento della formazione liturgica del laicato cattolico. La originale visione pastorale avrebbe ricevuto la sua fisionomia universale, aperta a tutti i laici e le laiche, nella Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia del Papa Pio XII nel 1947, che ereditava la proposta fatta dal Papa Leone XIII nel 1889 col Decreto Ecclesia Catholica.

L’azione apostolica fondamentale di Armida Barelli è stata la guida della Gioventù Femminile di Azione Cattolica: l’associazione raggiunse la quota di un milione e mezzo di socie, felici di portare il nome di battaglia di piccolissime, beniamine, aspiranti, socie effettive. Era una strada che favoriva anche l’emancipazione della donna, al cui scopo Armida sempre si impegnò, insieme a molte altre illustri donne di varia ispirazione, finché giunsero il 10 marzo 1946 alla conquista del voto amministrativo, e poi del voto politico. E il 2 giugno 1946, nel referendum per la scelta tra Monarchia e Repubblica, le donne poterono votare per la prima volta nella storia italiana.

In quello stesso anno Armida fu nominata da Pio XII Vice Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Generale, a fianco del presidente Vittorino Veronese. Nell’anno 1948, che l’Italia ricorda per le prime Elezioni Politiche della Repubblica il 18 aprile, la Barelli organizzò il Convegno Nazionale per celebrare a Roma il Trentennio della Gioventù Femminile, preceduto dal Convegno Nazionale per l’ottantesimo anniversario della Gioventù Maschile. Il Papa Pio XII, parlando alle 200.000 giovani presenti in Piazza San Pietro, le esortò a custodire sempre accesa quella fiamma viva che alimentava l’ardente focolare di zelo.

Nel 1949 fu colpita da una grave malattia, che lei accolse con spirito di fede e di serenità: Accetto la morte, quella che Dio vorrà, in piena adesione al volere divino. E offrì la sua sofferenza per il Regno di Dio e in modo speciale per la nascita della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica. Morì a Marzio vicino a Varese il 15 agosto 1952.

La Sardegna vide presente Armida Barelli nelle visite alle associazioni di Azione Cattolica, mentre a Sassari lei non mancava di recarsi dal suo direttore spirituale mons. Arcangelo Mazzotti. Un gesto significativo del suo amore per l’isola fu l’edificazione del monumento sepolcrale alla martire di Orgosolo Antonia Mesina, socia sedicenne dell’Azione Cattolica, martirizzata per custodire la sua purezza il 17 maggio 1935.

La Chiesa di Milano nell’anno 1970 diede inizio alla causa diocesana per la sua canonizzazione. Nel 2007 fu dichiarata venerabile dal Papa Benedetto XVI e nel 2021 venne riconosciuto il miracolo ottenuto per sua intercessione a Prato, con la guarigione di Alice Maggini, investita da un’automobile sulla sua bicicletta nel 1989.

+ Pietro Meloni, Vescovo Emerito di Nuoro

Pubblicato su L’Arborense n. 17 del 2022