Assunzione della Beata Vergine Maria: una solennità dalle profonde radici storiche

Ja chi in tanta magestade coronada bos bidimos in albriccias bos pedimos o Maria sa libertade.

Ja chi in tanta magestade coronada bos bidimos in albriccias bos pedimos o Maria sa libertade.

Le parole de sa torrada dei gosos per l’Assunta ci introducono, col giusto spirito, in questo bellissimo mistero della fede. Il Martirologio Romano la presenta così: Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII. È l’ultimo dei dogmi mariani, proclamato il 1° novembre 1950. Questa verità di fede è, però, stata vissuta per secoli dal popolo cristiano.

È una delle feste mariane più sentite nella pietà popolare sarda. Per non andare molto lontano, possiamo pensare a quante chiese nella nostra Diocesi sono dedicate a questo titolo, a partire dal Duomo di Oristano. L’origine di questa solennità risale al IV/V secolo nelle Chiese d’Oriente. Nella Chiesa Latina questa festa sarà introdotta da papa Sergio I nel VII secolo.

Nel Santo Rosario l’Assunzione è annoverata tra i Misteri della Gloria. I nostri gosos presentano Maria all’apice della sua glorificazione in cielo. Davanti a questa grandezza divina gli uomini possono solo inchinarsi. È con questo senso di stupore e reverenza che i nostri padri si sono rivolti a Maria Assunta. Pensiamo alla seconda strofa: Oe, chi in possessione de s’eternu regnu intrades oe, chi in manu portades de su mundu su bastone totu dae sa presone profunda ‘e oscuridade. Si sta rivolgendo ad una regina che ha su gubernu de su chelu e de sa terra (s.3). É la Regina davanti alla quale in processione sos celestes cortesanos cun sas coronas in manos bos prestant adoraziones (s.5). L’autore poi gioca sul significato di regalità presentando la Regina che diventa trono: Oe, su Criadore pro essenzia santu e bonu in bois eligit su tronu pro Ipse de immensu onore videndebos in amore perfettu a sa Deidade (s.10).

In queste parole leggiamo quanto la Chiesa ha sempre insegnato riguardo a quanto espresso anche nel dogma dell’Immacolata Concezione e che papa Francesco ha ribadito: La Vergine Maria è la via che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo (Angelus 7 dicembre 2014). L’Assunzione di Maria è legata al mistero fondamentale della nostra fede: la Santissima Trinità. La sua assunzione è pura grazia del Dio Uno e Trino, così come lo sono state la sua concezione senza macchia e la sua maternità. I nostri gosos sottolineano questo rapporto: Oe, chi s’onnipotenzia de sas divinas personas cun triplicadas coronas bos dat eterna eccellenzia cun segura isperanzia de sa summa veridade (s.4).

L’assunzione di Maria è legata a doppio filo al mistero dell’incarnazione del Verbo. Ce lo spiega bene San Giovanni Damasceno quando scrive: Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio. Maria questo Figlio non l’ha cresciuto da sola, ma con l’aiuto di uno sposo: Giuseppe.

A questo trionfo celeste assiste anche lui: Oe, chi su castu isposu bostru santu, amadu tantu Giuseppe justu, chi santu est pius de totus diciosu bos bidet posta in reposu de eterna seguridade! (s.5). La fede ci insegna che anche noi siamo chiamati al Cielo, ed è proprio Maria che ci garantisce questo: Ed ecco che la Madonna, con la sua Assunzione al Cielo, ci garantisce la possibilità di ascendere anche noi, se siamo, come Lei, uniti al Cristo. Con tanta Madre, la distanza fra noi e Cristo è abbreviata, annullata; e il Signore ci viene incontro e ci ripete: Mangia di questo Pane e avrai la vita eterna (San Paolo VI, Omelia 15 agosto 1969).

A cura di Giovanni Licheri, docente IRC


Illustrazione: Simulacro della Assunta della chiesa Santa Maria in Cabras (fonte Comune di Cabras)