IV Domenica del Tempo Ordinario. Il commento al Vangelo

Il vangelo 

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Mt 5, 1-12


Il commento

Il discorso della montagna è il primo e il più famoso dei cinque discorsi di Gesù che si trovano nel vangelo secondo Matteo.

In questo discorso troviamo raccolti alcuni dei messaggi più belli, più caratteristici della vita cristiana: le beatitudini, l’amore per il nemico, la nuova giustizia del regno di Dio, la preghiera del Padre Nostro. Per alcune domeniche ascolteremo questo discorso che inizia proprio oggi con le beatitudini che Gesù propone a coloro che vogliono far parte del suo regno.

Cosa è questa formula stilistica delle beatitudini? Non l’ha inventata Gesù; l’esclamazione beato colui era di uso comune nell’antichità: la troviamo nell’Odissea di Omero e nei diversi poeti greci quando dicono che è beato chi è ricco, intelligente… Nella Bibbia acquista un altro significato: Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti (Sal 1,1); Beato l’uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti (Sal 111,1), nell’Antico Testamento troviamo queste citazioni per ben 44 volte e non stupisce che Gesù le abbia usate.

Nel nostro mondo chi è beato? Quando si ritiene una persona beata? Quando si ritiene che sia felice, giovane, sana, ha soldi e vive una vita brillante? Sarà vero questo? Gesù si è servito di questa forma stilistica per trasmettere un messaggio. Nella Bibbia dire che una persona è beata era un complimento. Il punto è scegliere da chi vogliamo ricevere questo complimento. Se vogliamo essere beati secondo il criterio di questo mondo basta rovesciare tutto ciò che il Signore ci propone e vivere nella dissolutezza, potere, ricchezza. Se invece vogliamo che sia Dio a stringerci la mano e farci i complimenti veri, ascoltiamo le beatitudini.

Tutti gli uomini cercano la gioia però possono sbagliare e trovare soltanto il piacere. Con le beatitudini il Signore propone la strada che porta alla sola gioia.  Da qui capiamo bene il significato del peccato che dalla lingua ebraica significa sbagliare il bersaglio, ed ecco perché Dio non punisce il peccatore perché ha sbagliato, ma gli propone il metodo giusto per non sbagliare più la strada della gioia; il metodo e la strada sono le beatitudini annunciate da Gesù e che portano alla vera gioia.

Gesù fa questa bellissima proposta sul monte, che è il luogo che la tradizione della fede ha individuato come vicino a Dio, per parlare interiormente con Lui; sul monte sono saliti i grandi personaggi dell’Antico Testamento e su questo monte spirituale sale anche Gesù con i suoi discepoli e la folla affinché vedano la realtà di questo mondo con gli occhi di Dio. Bisogna staccarsi dalla pianura per sapere come la pensa Dio veramente.

È necessario per noi fare un’esperienza di distacco e di solitudine dalla realtà ordinaria ascoltando le beatitudini e, una volta fatta l’esperienza sul monte, tornare in pianura per vivere da beati per amore e appartenere al regno di Dio.

A cura di don Simon Pedro, parroco di Paulilatino