Celebrata il 24 marzo la Giornata dei Missionari Martiri

Il 24 marzo ricorreva la trentunesima Giornata dei Missionari Martiri. La celebrazione è collocata nel giorno dell’uccisione di mons. Oscar Romero, avvenuta nel 1980, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.

All’epoca dei fatti, la morte dell’Arcivescovo di San Salvador, per mano di un sicario degli squadroni della morte agli ordini del Governo, non passò inosservata. Tra i contadini e gli operai, i quali sin da subito gli attribuirono l’appellativo di Santo de America, nacque un vero e proprio culto, immagine degli oppressi che si rialzavano contro l’oppressore: il proprio Paese, che fino a quel momento li aveva considerati scarti di una società che necessitava di evolversi, a imitazione del modello degli stati nordamericani, sfruttandone la forza lavoro, impiegando donne a bambini per sminare i campi, placando ogni rivolta aprendo il fuoco sulla folla. Proprio in occasione del funerale, al quale partecipavano in migliaia chiedendo giustizia per il fratello, padre e guida assassinato, l’esercito mitragliò sui fedeli. Fu un massacro senza misura. Negli anni a venire, numerose donne e uomini iniziarono a recarsi in pellegrinaggio sulla sua tomba e presto la storia e il nome di Oscar Romero si diffusero nel mondo, dando vita a iniziative e reti di preghiera per gli ultimi e gli impoveriti.

Nel 1992, l’allora Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, oggi Missio Giovani, propose alla Chiesa italiana la celebrazione di una giornata che facesse memoria di quanti, ogni anno, perdono la vita durante il proprio servizio pastorale. I giovani scelsero come data il 24 marzo, affinché fosse chiaro che le sorelle e i fratelli uccisi, poiché fedeli al Vangelo fino all’ultimo istante, sono germogli di una fede nuova, rafforzata dall’impegno a prendersi cura di chi soffre o è schiacciato da sistemi ingiusti e scarsamente inclusivi. Anche quest’anno, ci giungono notizie di tante, troppe sorelle e fratelli uccisi in missione: il loro sacrificio non passi inosservato, diventi piuttosto stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona Notizia tra gli ultimi della Terra, là dove il messaggio di speranza di Cristo è quanto mai urgente e necessario.

Non posso non ricordare con particolare attenzione suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica e la piccola sorella del Vangelo Luisa Dell’Orto, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti. Entrambe spendevano l’intera vita rispondendo ai bisogni di due popoli, martoriati da guerre, calamità, criminalità e soprusi. La loro testimonianza ci ricorda che persino in quei luoghi dimenticati da tutti e abbandonati alla sorte atroce della sopravvivenza, il Vangelo è più vivo che mai e nutre la forza di andare avanti, nonostante tutto, di crescere e migliorare, di dare un futuro ai propri figli e dignità a chi soffre la miseria. Per questa edizione, abbiamo scelto di proporre la citazione Di me sarete testimoni (At 1,8), che ci ha già accompagnati durante il mese missionario.

Il calzante invito di Gesù, rivolto agli apostoli, risuona forte ancora oggi in chiunque scelga di raccoglierlo: è l’invito a farsi prossimi, a imitare il Maestro nella vicinanza a chi sta al nostro fianco, a raggiungere coloro tanto distanti da sentirsi smarriti, ad abbattere i muri del pregiudizio, a soccorrere chi è nel bisogno. In occasione del 24 marzo vi invito a unirci nella preghiera per tutti i missionari, in particolare per coloro che hanno perso la vita e, se possibile, al digiuno, offrendo il sostitutivo di un pasto come contributo a sostegno del progetto in favore dei giovani di Haiti che desiderano riscattare la propria vita e costruire un domani migliore.

A cura di Giovanni Rocca, Segretario nazionale Missio Giovani


Alcuni dati

Nell’anno 2022, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, sono stati uccisi nel mondo 18 missionari: 12 sacerdoti, un religioso, tre religiose, un seminarista, un laico. La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi nove missionari (sette sacerdoti, due religiose), seguita dall’America Latina, con otto missionari uccisi (quattro sacerdoti, un religioso, una religiosa, un seminarista, un laico) e quindi dall’Asia, dove è stato ucciso un sacerdote. Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica: dal 2011 al 2021, per otto anni l’America e per tre anni l’Africa (2018, 2019, 2021).

Dal 2001 al 2021 il totale dei missionari uccisi è di 526. L’elenco annuale di Fides ormai da tempo non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma cerca di registrare tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, anche se non espressamente in odio della fede. I martiri, dice papa Francesco, sono quelli che portano avanti la Chiesa, sono quelli che l’hanno sostenuta e la sostengono oggi. E attualmente ce ne sono più dei primi secoli. I Media non lo dicono perché non fa notizia, ma tanti cristiani nel mondo, oggi, sono beati perché perseguitati, insultati, carcerati. Ce ne sono tanti in carcere, soltanto per portare una croce o per confessare Gesù Cristo! […] Pensiamo a questi fratelli e sorelle che oggi, in numero più grande dei primi secoli, soffrono il martirio!

Il Papa sprona spesso a pregare per loro e ricorda che nei primi secoli di storia della Chiesa un antico scrittore diceva: Il sangue dei cristiani, il sangue dei martiri è seme dei cristiani. Quest’anno tra i missionari, in particolare, vogliamo ricordare Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo di Charles de Foucald, uccisa ad Haiti in un’aggressione armata mentre si trovava in strada a Port-au-Prince. La testimonianza che Sr. Luisa ci lascia è racchiusa nella frase essere tutto a tutti, fino a dono di sé, fino al dono della vita che lei stessa in alcune lettere, inviate alla famiglia, accennava. Con Sr. Luisa ricordiamo anche Sr. Maria De Coppi, missionaria comboniana, morta in un barbaro attentato nella missione di Chipene, in Mozambico. La sua vita era un dono per questo popolo, un dono a Dio che si faceva voce attraverso di lei per essere presenza con la gente. Per essere testimoni secondo il Vangelo è necessario, quindi, armarsi di fedeltà e coraggio, senza paura di mettere in gioco la propria stessa vita o addirittura di perderla: Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 10,39).

A cura di Missio Oristano