Domenica 4 febbraio si celebra la Giornata nazionale per la Vita

Ciascuno di noi è nella sua umana singolarità quella meraviglia di cui sorprendersi e sentire la forza

La forza della vita ci sorprende. Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita? (Mc 8,36). Il tema proposto dai Vescovi italiani per la Giornata Nazionale per la Vita di quest’anno unisce l’essenzialità espressiva all’ampiezza di contenuti e alla profondità antropologico-spirituale.

Come amore, dignità, pace, anche la parola vita spesso si presenta nella nostra mente e sulle nostre labbra povera di forza, di contenuto, di valore. La superficialità con cui la pensiamo e la pronunciamo rispecchia l’insufficiente valore che riconosciamo alla realtà cui si riferisce. La vita è un vero e proprio miracolo; è la meraviglia in cui siamo immersi e a cui apparteniamo, ma non sempre la sua realtà trova il riconoscimento del nostro intelletto, la sua bellezza non riesce a suscitare la nostra ammirazione, la sua bontà il nostro apprezzamento e l’impegno ad accoglierla, amarla, proteggerla. Perché questo possa avvenire facciamoci aiutare, come suggeriscono i nostri Vescovi, dalle varie scienze della natura, da quelle biomediche e umane.

Personalmente mi ha entusiasmato leggere testi scientifico-divulgativi come Le sorprese e gli arcani della vita prenatale, scritto da due eminenti professori di Ginecologia e Ostetricia. Mi commuovo ogni volta che rivedo su Youtube i video sullo sviluppo di un uomo nella fase embrionale, come La vita umana prima meraviglia, con le ormai famose immagini di Lennart Nilsson. Mi appassiono nel leggere le varie teorie sul funzionamento del cervello e sulle dinamiche psicologiche del nostro pensiero e dei nostri comportamenti. Mi stupisco delle leggi della natura e dell’ingegno umano, applicato in ogni campo e cresciuto lungo la storia. Il mistero della coscienza morale, la complessità delle relazioni umane, la profondità e ampiezza delle riflessioni filosofiche mi accendono mente e cuore. Ho capito che solo coltivando un atteggiamento di meraviglia possiamo godere della vita che viviamo, possiamo amarla prima di tutto in noi stessi – perché la mia vita sono io! – rispettarla e prendercene cura in ogni condizione, iniziale e finale, in salute e malattia.

Se si è capaci di superare visioni ideologiche, dicono i Vescovi nel loro messaggio, appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. È necessario ricordare che la vita è il bene fondamentale, senza il quale non possiamo godere di nessun altro bene; che la dignità personale si fonda sulla nostra natura umana e dunque non può mai diminuire o essere persa. Ciascuno di noi è nella sua umana singolarità quella meraviglia di cui sorprendersi e sentire la forza.

La seconda frase del tema proposto è una citazione evangelica, ma coerentemente con il suo significato spirituale può applicarsi in primo luogo anche alla dimensione terrena della vita e agli aspetti che abbiamo considerato fin qui. Esistono infatti correnti di pensiero che non riconoscono valore incondizionato alla vita umana; è diffuso un atteggiamento utilitarista ed edonista, che persegue un benessere meramente materiale e immediato; siamo sedotti da una cultura nichilista, che, considerandone la fragilità, l’imperfezione e la finitudine, svilisce ogni valore oggettivo e la vita stessa. Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore.

D’altra parte l’uomo, che sa leggere in profondità, sia il mondo che la sua interiorità, può riconoscere anche la propria vocazione trascendente, cioè il bisogno insopprimibile di andare oltre l’orizzonte terreno e temporale, perché la vita trovi il proprio senso e compimento. Come ci ricorda Qoèlet, nessun guadagno materiale, sotto il sole, potrà bastare a dare gusto e senso alla vita. Bisogna ammettere che senza Dio, tutto risulta inconsistente, effimero e irrisorio. Al contempo, non dobbiamo dimenticare che, nella visione cristiana, la vita eterna non si contrappone a quella terrena come fossero realtà estranee; piuttosto per guadagnare quella, bisogna custodire e curare questa.

Lasciamoci ancora sorprendere dalla vita, così che nulla ci nasconda la sua essenza e bellezza; niente ci impedisca di goderne ogni genuino aspetto e ogni attimo; nessuno spenga in noi il desiderio e la ricerca della sua piena realizzazione, secondo quanto riconosceva Agostino: ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.

Stefano Mele, docente di Bioetica nella Facoltà teologica della Sardegna


Leggi, consulta e scarica il messaggio integrale per la Giornata ⇒ Messaggio della CEI per la Giornata della Vita