Cattedrale: il 3 agosto l’installazione dei nuovi canonici

Con un rito semplice e suggestivo, dopo aver emesso la Professione di Fede e il Giuramento di fedeltà davanti all’Arcivescovo Roberto, ai confratelli canonici, ai parenti e agli amici, domenica 3 agosto 2025, hanno iniziato il loro servizio capitolare i nuovi Canonici mons. Ignazio Serra e mons. Omar Orrù, insieme al canonico onorario mons. Gianni Pinna.
Il rito si è svolto nel Coro e nel presbiterio della Cattedrale.
Ricordiamo che il Capitolo, o collegio dei canonici, è il gruppo di presbiteri (detto anche clero della Cattedrale) che, per disposizioni canoniche o per consuetudini, è incaricato di assicurare la celebrazione del culto con continuità e solennità.
Il Capitolo di una Cattedrale, dunque, è il Collegio dei sacerdoti istituito (dalla Santa Sede oppure ab immemorabili cioè da lunghissimo e imprecisato tempo) per assicurare un più onorevole esercizio delle celebrazioni liturgiche più solenni. Anticamente aveva l’incombenza di coadiuvare il vescovo diocesano durante munere (cioè nell’esercizio del ministero episcopale nella sua Sede) in qualità di suo Senato e Consiglio; durante la vacanza della Sede (per morte o trasferimento o impedimento del vescovo residenziale) il Capitolo, secondo le norme, doveva eleggere un Vicario Capitolare che, insieme al Capitolo dei Canonici, avrebbe retto la diocesi in attesa di un nuovo vescovo.
Il Vicario Capitolare, se la diocesi rimaneva vacante per anni o anche decenni, doveva tenere continui rapporti con la Sede Apostolica, ma anche col Presbiterio diocesano e con i fedeli (questi ultimi chiamati di solito sudditi, a indicare l’esercizio di un vero munus regendi nel temporale e nello spirituale).
Ogni Capitolo, quindi anche quello Metropolitano Arborense, al suo interno era (ed è) strutturato in maniera precisa e funzionale: vi erano diverse Dignità e Uffici. Al suo interno il Capitolo poteva essere distinto in: Canonici titolari (detti anche reali), Canonici onorari, che, benché godano degli stessi diritti, prerogative e stallo nel coro di cui fruiscono i canonici titolari, ma non hanno voce in Capitolo e quindi non possono partecipare alle funzioni deliberative né a quelle di governo e, infine, vi erano i Beneficiati minori (detti anche mansionari). L’istituzione del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Oristano, visti gli atti del nostro Archivio Capitolare, potrebbe forse risalire all’XIV secolo o anche prima, anche se l’attestazione indiretta della presenza di un vero Chorus Capitolare è la presenza dei pregevolissimi codici per la sacra officiatura della Liturgia Horarum ad uso del Capitolo dei canonici nel coro dell’antica cattedrale gotica (il codex più antico è della fine del XIII secolo). Il recente censimento e la relativa catalogazione dei documenti del nostro Archivio, con una osservazione specifica alle principali serie archivistiche, sarà utile per tracciare la storia dell’istituzione ecclesiastica più antica della Città, a partire almeno dall’inizio del XV secolo.
Le attività specifiche primarie dell’Istituzione Capitolare si trovano riflesse a partire da tale periodo e più o meno organicamente ed in maniera continuativa, nelle varie serie dell’archivio. Si tratta, in buona sostanza, di documentazione prodotta nell’espletamento di funzioni di tipo normativo (ogni organismo del genere si organizza ed agisce secondo regole o statuti propri, derivati in origine dal modello monastico), deliberativo (risoluzioni adottate dall’assemblea collegiale dei componenti il Capitolo o dalle deliberazioni del Vicario Capitolare o dell’Arciprete che presiedeva l’Assise capitolare, di esercizio del culto, nonché di governo e autosostentamento (con la prevalenza al suo interno della parte amministrativa), ed anche di gestione della diocesi nei periodi della vacanza della Sede.
Gli Statuti del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Oristano segnalano le seguenti dignità: L’Arciprete, cioè il canonico che presiede e dirige l’intero Capitolo: viene nominato, con decreto apposito, dall’Arcivescovo Metropolita, dopo una segnalazione scaturita da un’elezione, a scrutinio segreto, da parte dei soli canonici titolari. L’Arciprete è, dunque, non solo la prima dignità del Capitolo ma anche dell’Arcidiocesi, nell’ordine gerarchico interno e nelle precedenze, non può essere preceduto da nessun presbitero diocesano o religioso (eccezion fatta per il Vicario generale). Rimane in carica per tutta la vita. Il Decano, è il canonico più anziano di nomina, in caso di parità con un confratello si segue l’anzianità di ordinazione o quella di nascita. Il canonico Decano ha le classiche funzioni del vice Arciprete, sostituisce cioè, all’occasione, l’Arciprete impedito o mancante. Presiede l’assemblea che deve segnalare il nuovo Arciprete. Vi sono poi alcuni particolari Uffici: Il Penitenziere, nominato dall’Arcivescovo esercita il suo ministero in Cattedrale; Il Teologo, è il canonico che per titoli accademici o particolare preparazione (vere peritus) è esperto in sacra Teologia o altre discipline teologica. La nomina è di competenza arcivescovile. Il Segretario e Archivista, è il canonico a cui il Capitolo, per deliberazione assembleare, affida l’incarico di conservare i documenti del Capitolo, antichi e recenti; conserva anche il sigillo, i verbali, tutti i documenti e i beni capitolari. Il Tesoriere, è il canonico che affianca l’Arciprete nella gestione ordinaria dei beni del Capitolo. Il Cerimoniere o Maestro per le celebrazioni liturgiche (talvolta è chiamato anche Duomero), è il canonico al quale è affidato l’incarico di dirigere e organizzare le celebrazioni, specie quelle presiedute dall’Arcivescovo.