Venerdi 27 marzo: un segno di consolazione e suffragio.

L'Arcivescovo si è recato in cimitero per una preghiera personale dedicata ai defunti per Coronavirus.

L’immagine dei mezzi militari, che trasportano le bare verso i forni crematori, rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive. Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti.

Le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità. Tutti i giorni i sacerdoti celebrano la S. Messa per l’intero popolo di Dio, vivi e defunti. L’attesa è per la fine dell’emergenza, quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli.

Nel frattempo, la Chiesa italiana pone un segno eloquente: venerdì 27 marzo i Pastori, che ne avranno la possibilità, si recheranno da soli a un Cimitero della propria Diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione. L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore.

Sarà questo “il Venerdì della Misericordia” della Chiesa italiana; un Venerdì di Quaresima, nel quale lo sguardo al Crocifisso invoca la speranza consolante della Risurrezione.

La Presidenza della CEI

Anche l’Arcivescovo Roberto, nella mattinata di venerdi 27 marzo, si è recato al Cimitero di Oristano, per una preghiera, in forma privata, per tutti i defunti da Coronavirus.

Nelle sue preghiere anche questa sotto riportata:

Padre delle misericordie
e Dio di ogni consolazione,
che ci ami di eterno amore
e trasformi l’ombra della morte in aurora di vita,
guarda i tuoi fedeli che gemono nella prova.
Sii tu, o Signore, il nostro rifugio e conforto,
perché dal lutto e dal dolore
siamo sollevati alla luce
e alla pace della tua presenza.
Ascolta la preghiera che ti rivolgiamo
nel nome del tuo Figlio, nostro Signore,
che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ci ha ridato la vita;
e fa’ che al termine dei nostri giorni
possiamo andare incontro a lui,
per riunirci ai nostri fratelli
nella gioia senza fine,
là dove ogni lacrima sarà asciugata
e i nostri occhi vedranno il tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.