La sofferenza di padre Paolo Contini. La nota dell’Arcivescovo.

La giornata di oggi, sabato 13 maggio 2023, è stata turbata dalla dichiarazione di don Marco Contini (noto padre Paolo) che, tra gli avvisi dati ai suoi parrocchiani, ha voluto condividere una sua esperienza da adolescente triste e sconvolgente: la denuncia di abuso da parte di uno dei suoi responsabili al tempo della sua permanenza nel collegio serafico di Oristano, il seminario dei frati, circa 35 anni fa.

L’Arcivescovo Roberto, con una nota, ha espresso vicinanza al suo sacerdote e ha voluto precisare alcuni aspetti della vicenda.


Alcune chiarificazioni in merito all’informazione trasmessa oggi, sabato 13 maggio, da padre Paolo Contini ai suoi parrocchiani di Abbasanta, Ghilarza e Norbello, circa gli abusi subiti nel periodo della sua adolescenza.

Innanzitutto, è importante dire che ogni denuncia di abuso e ogni vittima va accolta e ascoltata. Per questo la Chiesa universale e anche l’Arcidiocesi di Oristano si stanno impegnando, attraverso il Servizio Nazionale e quello Diocesano per la tutela dei minori, affinché ci possa essere una attenzione ai minori attualmente a rischio di abusi e a tutti coloro che nel passato possono esserne stati vittima.

Detto questo, sono necessarie alcune precisazioni in merito alla dichiarazione di padre Paolo Contini.

Il sacerdote a cui si attribuiscono gli abusi non è un sacerdote dell’Arcidiocesi di Oristano ma di un’altra diocesi della Sardegna. Padre Contini, a suo tempo, è stato da me accolto, ascoltato con attenzione e incoraggiato a formalizzare la sua segnalazione – denuncia; quindi, mi sono messo in comunicazione – così come prevede il Vademecum della Congregazione per questi casi (n.22) – con il vescovo dell’altra diocesi dove vive il sacerdote segnalato, a cui si attribuiscono gli abusi. È iniziato così, secondo le Linee guida del Servizio Protezione Minori e il Vademecum del Dicastero per la Dottrina della fede, l’iter previsto in questi casi: indagine previa nei luoghi dove si sono svolti i fatti, ascolto dei testimoni, invio della denuncia della vittima e della relazione risultante dall’indagine al vescovo del sacerdote segnalato, il quale, a sua volta, ha svolto altra indagine in loco e ha inviato tutta la documentazione al Dicastero per la Dottrina della Fede preposto a trattare i casi di abuso. Il Dicastero della Dottrina della Fede ha fatto le sue valutazioni sul caso e sui documenti presentati e ha ritenuto, in prima istanza, di archiviare il caso, sia per il tempo trascorso dai fatti (circa 30 anni) sia per altre considerazioni sulla documentazione. Padre Contini non ha accolto il Decreto del Dicastero e ha valutato non congrue le pene canoniche che sono state date al sacerdote segnalato e ha voluto, come è suo diritto, impugnare la sentenza. La Congregazione ha accolto il suo ricorso e ha deciso di istruire un nuovo processo che verrà celebrato prossimamente in un tribunale indicato.

Mentre ribadisco il diritto di padre Paolo Contini a presentare ricorso al Dicastero per la dottrina della fede e a volere una maggiore chiarezza circa il suo caso, non si può non riconoscere che quanto è stato fatto sino ad oggi (dal dicembre del 2021) dalla Chiesa e da me personalmente, supportato dal Servizio Diocesano Protezione Minori, corrisponda ad attenzione nei suoi confronti e all’itinerario e alla prassi che la Chiesa predispone in casi come questi.

+Roberto Carboni, Arcivescovo