IV Domenica di Pasqua. L’approfondimento della Parola.

3 maggio 2020.

La IV Domenica di Pasqua presenta il Vangelo secondo Giovanni con questi riferimenti: Gv 10, 1-10 (consulta il brano evangelico e tutta la Liturgia della Parola di questa domenica).


Approfondimento al brano evangelico.

La Pasqua di Gesù è il culmine della rivelazione di Dio e di tutta la storia. Perciò il cristiano non solo legge la Scrittura, ma – come è apparso chiaro nell’episodio dei discepoli di Emmaus proclamato la scorsa domenica (Lc 24,13-35) –la ri legge alla luce della Pasqua. O meglio, è il Risorto che lasciandosi ospitare lungo il nostro cammino offre a noi la luce per tale rilettura. Nella IV domenica del tempo pasquale ri-leggiamo la prima parte del
discorso sul buon Pastore, al capitolo X di Giovanni.

Gesù contrappone la figura del ladro a quella del pastore delle pecore. Il primo non passa dalla porta, non è conosciuto dalle pecore, dunque non ascoltato né seguito, perché risulta estraneo. Il pastore, invece, passa dalla porta, chiama le pecore per nome, le conduce fuori ed è seguito, perché la sua voce è conosciuta.
È il
discernimento in persona che consente il nostro discernimento. Con tutta probabilità, i ladri e briganti sono le guide del popolo, incapaci di riconoscere Gesù e la sua opera; le pecore sono l’umanità stessa e il pastore è Gesù. Queste immagini fanno riecheggiare i tanti passi dell’Antico Testamento, per lo più profetici, in cui i leader politici del popolo di Israele vengono presentati come pastori cattivi che consegnano le pecore in balia di lupi o le sfruttano cinicamente per fini personali, a differenza del Signore, il pastore buono che guida il suo popolo alla libertà e alla salvezza. Nel seguito del discorso, di
fronte all’incomprensione e alla mancanza di
discernimento degli ascoltatori, Gesù si identifica con la porta delle pecore. Gli altri venuti prima di lui, ladri e briganti, sono i falsi messia e gli oppositori della sua opera.

Gesù è l’unico a essere a un tempo la porta e il pastore delle pecore, l’unica vera fonte di vita abbondante. La storia è costellata di ladri e briganti, cioè di impostori pronti a ergersi su troni e ad attirare l’attenzione su di loro, sfruttando magari con ricette risolutive immediate la paura e l’incertezza del futuro.

La grave crisi che ci troviamo, nostro malgrado, ad affrontare richiede da ciascuno di noi una grande dose di discernimento, affinché non diventiamo facili prede di arruffapopoli e perturbatori, da qualsiasi parte essi vengano e in qualsiasi ambito. Anche la nostra fede è – e sarà – messa alla prova.

Troppi, per esempio, dicono di conoscere la volontà di Dio rispetto alla pandemia, affermando tronfiamente che sarebbe un suo castigo, flagello, ammonizione… La relazione banale e univoca tra male del mondo, catastrofi e volontà di Dio è inaccettabile. Basti pensare alla sofferenza degli innocenti! «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore» (Is 55,8). Il discernimento, in senso credente, è riconoscere la voce del Pastore. Se il Signore è il mio Pastore, “anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (Sal 23,4).

Discernere non significa capire tutto; pretenderlo sarebbe stoltezza o malafede. Con Sant’Ignazio di Loyola possiamo invece dire che discernere è cercare Dio in tutte le cose e in tutte trovarlo,saperlo Risorto e accanto a noi, anche e soprattutto nel buio e nella crisi.

A cura di Maurizio Spanu


Guida alla preghiera

  • Signore Gesù, tu ci conosci, ci chiami per nome e noi ci fidiamo di
    te perché conosciamo la tua voce; aiutaci ad accogliere ogni giorno la novità della tua Parola.
  • Da settimane ormai, siamo lontani dalle nostre chiese e abbiamo nostalgia della tua mensa; nell’attesa di incontrarti sacramentalmente insegnaci a vivere in comunione spirituale con Te e con le nostre comunità parrocchiali.
  • Signore Dio, accogli benigno nel tuo regno tutti gli anziani che lontano dalle loro famiglie sono morti durante questa pandemia; perdonaci se non siamo stati capaci di difenderli e proteggerli.

A cura di Alessandra Pisanu.