A Santa Chiara un ciclo di incontri aperti: conversazioni in Monastero

L’invito delle Clarisse del Monastero di Santa Chiara di Oristano, che accolgono nella loro casa chiunque voglia confrontarsi su alcuni dei temi da loro maggiormente sentiti, a partecipare a tre incontri promossi per parlarne insieme, confrontarsi, dibattere, pregare.


Nei secoli la nostra società occidentale si è retta, nelle sue relazioni ed equilibri sociali, su un modello di famiglia e un concetto di persona ben preciso e condiviso, frutto dell’incontro tra la cultura greco-romana e la religiosità cristiana. Oggi siamo testimoni di trasformazioni sociali che stanno spingendo verso nuove comprensioni circa l’identità della persona e l’accettazione di nuovi modelli di famiglia. Sono trasformazioni che creano perplessità e dibattiti duri anche all’interno della Chiesa cattolica, arrivando a essere considerati, da alcuni, espressione di pericolose idee anticristiane.

Sappiamo bene, ma troppo spesso lo dimentichiamo, che il Vangelo non è un trattato di diritto o di morale con elenchi di divieti e obblighi, ma può essere considerato un luogo in cui trovare spunti che, visti nell’accezione francescana sine glossa, possono essere base di riflessione comune da cui partire per approfondirne conseguenze e degenerazioni. Spesso le Clarisse di Oristano, in parlatorio, accolgono dall’esterno perplessità, problemi, dubbi della vita personale quotidiana, che poi generano dibattiti anche all’interno della loro famiglia religiosa. Da questo nasce l’invito delle Clarisse, che accolgono nella loro casa chiunque voglia confrontarsi su alcuni dei temi da loro maggiormente sentiti, a partecipare a tre incontri promossi per parlarne insieme, confrontarsi, dibattere, pregare.

Per ognuno dei tre incontri incentrati su un argomento preciso (famiglia, identità e violenza) le Clarisse hanno chiesto a tre studiosi di introdurre l’argomento specifico, illustrando il punto di vista della Chiesa e quali sono le motivazioni che portano tali posizioni, come fertile terreno di partenza. Il dialogo che ne scaturirà, moderato dal prof. Pino Atzori, potrebbe portare a individuare quali siano le situazioni che spingono un credente ad allontanarsi dalla Chiesa e un non credente, che seppur parta da un atteggiamento critico, a essere portatore di nuovi temi da proporre, nuovi punti di vista non ancora considerati o conosciuti per ragionare con una visione più ampia degli aspetti scelti.

Non si prefigge come semplice esercizio intellettuale il partecipare a questo dibattito. Le Clarisse auspicano che all’interno degli incontri nasca e venga stimolato da tutti i partecipanti un dialogo così vivo e molteplice che possa aiutare a comprendere che cosa concretamente ci si aspetti dalla Chiesa in una realtà così mutevole; ad analizzare e dare il giusto valore alle diverse concezioni di famiglia e di identità; a verificare nel concreto se, e come, si possano sanare le relazioni, spesso intrise di violenza e guastate dal morbo del potere; ad arricchire, con ogni specifico contributo, la conoscenza dell’altro per poter aiutare a comprendere più profondamente anche realtà distanti dalle proprie o dalla Chiesa.

La loro volontà è che questo confronto con la comunità si possa trasformare in azioni concrete, capendo quale direzione intraprendere: per esempio scrivere un articolo o una lettera aperta o altre suggestioni che i partecipanti possano indicare, ma soprattutto vorrebbero che il loro monastero diventasse un luogo di ascolto reciproco e di dialogo.

Il primo appuntamento, mercoledì 13 marzo alle ore 18,30, illustrato dal prof. Stefano Pilia, sarà dedicato al tema della famiglia e affronterà, come spunti iniziali, gli aspetti del matrimonio e della famiglia nell’oggi della Chiesa e della vita laicale, la sfida del dialogo e della prossimità di fronte a nuove forme vita familiare.

Il secondo appuntamento, è fissato per il 10 aprile, alle ore 18,30, e sarà a cura del prof. Stefano Mele e sarà incentrato sul tema dell’identità.

Infine, l’ultimo, il 15 maggio, sempre alle ore 18,30 nella chiesa di Santa Chiara a cura del prof. Filippo Scalas.

Si ricorda che l’ingresso da via Santa Chiara 27, non dalla ruota.

E’ consigliabile la prenotazione: nonostante l’ingresso libero, la partecipazione è consentita sino a esaurimento posti.

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