Solennità Assunzione B.V. Maria: l’approfondimento della Parola

“Questo sarà il luogo del mio riposo, qui ricorderò perché l’ho desiderato”. 

Il Salmo della liturgia odierna ci aiuta a comprendere meglio la natura di questa solennità: la Vergine Maria è divenuta sede del Verbo Incarnato. Non si tratta solamente di una affermazione dottrinale, ma è la realtà stessa della missione del Figlio: far conoscere agli uomini il volto del Padre.

La relazione che passa tra il Padre e il Figlio investe la Vergine Maria la quale è chiamata ad essere non solamente madre, ma discepola del Signore. Pertanto, ciò che era riferito al tempio, luogo in cui Dio abitava, ora si riferisce alla Vergine Maria quale santuario vivente in cui il Verbo si fa carne.

Il vangelo, in modo quasi drammatico, elimina il privilegio naturale del parto per valorizzare il discepolato e la sequela. Al grido della donna: “Beato il seno che ti ha allattato” viene contrapposta la beatitudine del discepolo: “Beato chi ascolta la parola e la mette in pratica“.

Come affermava Sant’Agostino, Maria pur essendo al primo posto nella Chiesa, non è più grande della Chiesa, ma ne fa parte. La Chiesa è più grande della Vergine Maria proprio come Gesù afferma sul rapporto tra il discepolo e la madre. La Vergine Maria ha ricevuto il dono gratuito della maternità, ma ha vissuto in modo totalizzante la sequela del Figlio. Osservando e mettendo in pratica la sua Parola è divenuta madre e sorella del Signore e nel Signore.

La celebrazione dell’Assunzione di Maria al cielo ci permette di contemplare la madre sia in Maria che nella Chiesa. Così la disponibilità della donna diviene il grande diadema della Chiesa.

A noi, comunità credente, il compito di guardare Maria come mama, fiza e isposa de su Segnore.

A cura di Michele Antonio Corona