Festa di San Giovanni Battista. Ses de Cristos precursore!

L'approfondimento della figura del Santo attraverso i tradizionali Gosos

In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (Mt 11,11). Potremmo dire che, quanto a referenze, il Battista non potrebbe averne di migliori.

La sua importanza per la Chiesa è così grande che, come ci ricorda il Messale Romano, Giovanni Battista è l’unico santo, oltre alla Madre del Signore, di cui la Chiesa celebra insieme alla nascita al cielo anche quella secondo la carne.

La sua vita è indissolubilmente legata a quella di Gesù sin dal ventre materno: Sende in su sinu maternu, visitendebos Maria, destis cantos d’allegria, de gosu, giubilu e vernu, mirende su Verbu eternu de ‘enner a ti visitare (strofa 1, A Santu Juanne ‘e s’Ena, in Le chiese e i gosos di Bitti e Gorofai, pp. 179 – 181). Questa strofa riprende il passo biblico della visita di Maria a Elisabetta (Lc 1,39-41), Festa che abbiamo celebrato il 31 maggio e mistero che Sant’Efrem il Siro canta così: Una vergine è incinta di Dio, e una sterile è incinta di un vergine, il figlio della sterilità sussulta alla gravidanza della verginità.

È importante la scelta del nome del bambino: Giovanni, in ebraico Yochanan, il cui significato potremmo sintetizzare in Dio è misericordioso. Anche l’autore dei gosos, riprendendo Lc 1,59-63, nota l’importanza di questo momento: Mama tua ti giamesit Giuanne ch’est nomen nou; Giuanne est su nomen sou Zaccaria iscriesit, pro chi s’anghelu cherzesit su nomen tou esaltare (strofa 3). La Scrittura sottolinea, nelle parole di Zaccaria, la duplice missione di Giovanni: profeta e precursore. Questo ricorda anche il papa emerito Benedetto XVI in un Angelus della domenica: Animato dallo Spirito Santo, Zaccaria così parlò della missione del figlio: E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza, nella remissione dei suoi peccati (Lc 1,76-77 – Angelus del 24 giugno 2012).

Alla missione del Battista fa riferimento il nostro autore alle strofe 4 e 5: Tue ch’a su mundu as dadu lughe de sa lughe vera, ch’in boghe santa e sincera as a tottu annunziadu chi su Messia isettadu fit in terra pro abitare (strofa 4); de sa fide difensore tue istezis precursore pro gloria particulare (strofa 5). Soffermandoci su questi passi possiamo trarre riferimenti scritturistici importanti da due parole lughe e boghe. Lughe ci porta nel profondo cuore del Prologo di Giovanni: Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce (Gv 1,6-8). Boghe, invece, è l’identità che Giovanni si attribuisce: è la voce di Dio.

Questo attribuirsi il titolo di voce lo leggiamo in Giovanni 1,22-23: Che cosa dici di te stesso? Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia. Con questo riferimento Giovanni si inserisce nella tradizione profetica d’Israele che ha parlato dell’Atteso dalle genti. Giovanni ha ben presente i passi di Isaia in cui si parla del Messia. Giovanni diventa in qualche modo l’ultimo dei grandi profeti dell’Antico Testamento e il Primo Apostolo di Gesù, perché gli rende testimonianza ancora in vita. La Voce, come tutti i profeti, non era un timido o un pavido, ma agiva con la forza di Elia. Gesù stesso lo conferma: La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire (Mt 11,13-14).

Sulla sua forza e sul suo amore per la Verità, amore senza compromessi, scrive l’autore dei gosos: Ma fattu poi pius forte e caminende in tottue non ti miras pius tue sa pius barbara sorte, esponendeti a sa morte chi su tou predicare (strofa 7). Non voglio chiudere il nostro incontro senza una piccola preghiera a Maria ed Elisabetta senza le quali non avremmo avuto questi misteri. Cari amici, la Vergine Maria aiutò l’anziana parente Elisabetta a portare a termine la gravidanza di Giovanni. Ella aiuti tutti a seguire Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che il Battista annunciò con grande umiltà e ardore profetico (Benedetto XVI).

 Giovanni Licheri

Pubblicato su L’Arborense n. 23/2021