Chiara d’Assisi: una figura che continua ad affascinare

La notte della domenica delle Palme del 1212 Chiara e Francesco si trovavano a s. Maria degli Angeli. Il giorno in cui la liturgia ricordava l’ingresso di Gesù a Gerusalemme per affrontare il culmine della passione, Francesco d’Assisi tagliava i capelli alla giovanissima Chiara, che teneva in mano una palma, sancendo così l’ingresso nella sua Gerusalemme: la vita tra le sorelle povere, che poi si installeranno a san Damiano.

Chiara non era una giovane qualsiasi, apparteneva infatti a una delle più importanti e ricche famiglie d’Assisi, e ciò che avvenne quella notte segnò profondamente sia la vita della cittadina che quella della Chiesa. Una nobile si faceva povera, non entrando in un monastero, non seguendo una delle istituzioni religiose allora esistenti, ma mettendosi al seguito di colui che in paese era ancora ritenuto un matto. Doppio e gravissimo scandalo per una società strettamente feudale! Non è facile immaginare quanti pensieri e quante emozioni attraversarono la mente e il cuore di Chiara quella notte di passione.

Chi la spinse a un atto così clamoroso? Chi le diede la forza di affrontare, in un ambiente così decisamente maschilista, dove ancora le donne non potevano girare da sole in pubblico dopo il coprifuoco, dove le donne erano ancora lontano secoli da avere una voce nelle pubbliche assemblee, nelle elezioni, e in tantissime altre attività della società? Chiara, colei che contrariamente a quanto accadeva anche nel mondo ecclesiastico, fu tra le prime donne della storia dell’umanità a lasciarci una regola di un ordine religioso, precedendo cronologicamente addirittura un altro eccezionale documento femminile come la Carta de Logu di Eleonora d’Arborea.

La forza che certamente le veniva dallo Spirito, unitamente a una personalità caratteriale determinata, la condussero ad affrontare una montagna indubbiamente più grande di lei. Chiara, appena diciottenne, ebbe quella determinazione che spesso non solo non hanno i suoi coetanei di oggi, ma che molte volte non hanno neanche i più grandi. Nel cuore di Chiara d’Assisi si accese un fuoco che lei stessa faceva fatica a contenere.

È la presenza di Dio che abita l’uomo dal momento della creazione e ancor più dal momento della nuova creazione: il battesimo. Chiara, come Francesco, fu battezzata nell’allora cattedrale di Santa Maria, oggi anche Santuario della Spoliazione, in quel fonte che si conserva nell’attuale cattedrale di san Rufino. È curioso pensare che oggi quel fonte si trovi proprio affianco al palazzo della famiglia di Chiara!

L’evento Chiara d’Assisi non fu eccezionale solo dal punto di vista storico ed ecclesiastico, ma soprattutto per il rapporto particolare che ella visse con Francesco, il Poverello a cui tutti i giovani della valle del Subasio andavano dietro seguendo le orme di Gesù Cristo. Questi giovani cambiarono per sempre le sorti di quella società e introdussero nella Chiesa un nuovo modo di vivere il Vangelo che ancora oggi, dopo otto secoli, continua ad affascinare uomini e donne di tutte le età e di ogni provenienza sociale. Oggi Chiara è sepolta ad Assisi, nella basilica a lei dedicata, sotto quel crocifisso che parlò a Francesco così: Va e ripara la mia casa.

Fabrizio Congiu, ofm cap

Pubblicato su L’Arborense n. 31/2021