Omelia per Nostra Signora del Rimedio

08-09-2023

Omelia per la Festa di Nostra Signora del Rimedio

Saluto il sig. Prefetto e il sig. Sindaco della città di Oristano, le Autorità civili e Militari che ci onorano con la loro presenza, i carissimi malati che si trovano, per periodi di cura, qui nella clinica di Santa Maria Bambina, i presbiteri delle Diocesi di Oristano e di Ales-Terralba e tutti voi, fratelli e sorelle…

Ancora una volta siamo dinanzi alla Madre del Signore, che veneriamo con il titolo di Nostra Signora del Rimedio. Il compito di Maria, la sua vocazione, è sempre quella di portarci a Gesù. Di presentare a Lui le fatiche, i dolori, le preoccupazioni dei suoi figli. Il Rimedio che Lei può offrirci viene dalle mani del Suo Figlio Gesù: anzi, è il suo stesso Figlio Gesù.

Ma quali sono le suppliche e le preghiere che vogliamo presentare, questa sera, alla Madonna del Rimedio? Che cosa portiamo nel nostro cuore e nelle nostre mani, da consegnare al suo cuore e alla sua intercessione?

In primo luogo, desidero presentare alla Beata Vergine del Rimedio le mani delle nostre comunità cristiane: sono mani talvolta stanche, ferite, deformate da ciò che si vive… Una tra le ferite che avvertiamo come Chiesa è la mancanza di vocazioni. E con questa espressione intendo riferirmi a tutte le vocazioni: è difficile oggi impegnarsi nel progetto matrimoniale sacramentale e nel rapporto di coppia, dove la condivisione della fede faccia da elemento unificante. C’è resistenza ad accogliere la proposta alla Vita consacrata, sia maschile che femminile; c’è sterilità nel generare e far crescere la vocazione al ministero ordinato, al sacerdozio. Tutte queste fatiche e resistenze fanno parte del nostro presente e ci ricordano che viviamo in un altro contesto rispetto al passato; ci ha ricordato papa Francesco che non viviamo più un contesto di cristianità, e i cristiani incidono meno nel contesto sociale. Tutto ciò forse ci sgomenta, ma è anche una sfida a ripensare il modo di vivere la fede puntando all’essenziale. Già molte comunità parrocchiali della Diocesi devono ormai condividere lo stesso sacerdote il quale, spesso, deve correre per accogliere tutti. È una realtà che interroga tutti. Non riguarda solo il vescovo o i preti. Le nostre comunità cristiane devono essere consapevoli che le vocazioni nascono all’interno di una comunità di fede, di una famiglia che educa, di un contesto che forma i ragazzi e i giovani.

A Nostra Signora del Rimedio presentiamo anche le mani ferite di tanti uomini e donne del nostro territorio. Purtroppo, ancora una volta, la nostra terra ha vissuto in questi mesi l’angoscia della piaga degli incendi e, come sappiamo, spesso dolosi. È difficile capire come può la mano di una persona che ama la sua terra, devastarla e devastare il lavoro e il sacrificio di altri, il futuro di intere famiglie. Non nascondiamo che dietro a questi fatti, oltre all’azione criminale, vi sono probabilmente interessi privati, negligenza, scarsa attenzione al territorio. Ancora una volta si leva il coro di tanti cittadini che chiedono più uomini, più risorse, più pianificazione, più controllo. Sono anni che sentiamo questo ritornello, che ritorna puntuale, ma solo dopo che si cammina sulla cenere e si contano i danni. La prevenzione e l’educazione costante al rispetto di quella che papa Francesco ha chiamato la casa comune, devono trovare maggiore spazio nella formazione dei ragazzi, nella scuola, nella Chiesa, in tutti gli ambiti di formazione.

È comprensibile allora che le giovani generazioni ci chiedano con forza di fare qualcosa, di muoverci, di mettere in atto politiche che frenino lo sfruttamento del pianeta. A questo aggiungiamo la necessità di una cultura del rispetto per la nostra terra di Sardegna; rispetto che deve innanzi tutto venire dai suoi stessi figli.

Presentiamo alla Madonna del Rimedio anche le mani ferite e stanche dei nostri giovani. La mancanza di lavoro nella nostra terra, la chiusura di poli di produzione a cui abbiamo assistito in questi mesi (si veda, per esempio, la vertenza Portovesme e della fonderia di San Gavino) crea sfiducia e preoccupazione nei giovani, rende difficile la progettazione del futuro, l’idea di farsi una famiglia. A tutto questo si aggiunge anche la fatica della politica nel dare un’immagine di impegno reale per i problemi dei cittadini. È sotto gli occhi di tutti che la nostra città di Oristano soffre ormai da alcuni mesi un senso di incertezza, di provvisorietà. Auspichiamo che la politica e coloro che fanno politica riescano a dare una direzione chiara e univoca, ad assumere i progetti concreti e trovare soluzioni ai problemi dei cittadini che pure sono evidenti nella nostra città.

Fra poco riprenderanno le scuole. La Scuola è fondamentale per il suo servizio di formazione della persona; oltre a sviluppare abilità cognitive e manuali, è necessaria per introdursi nel mondo del lavoro e prendere parte attiva alla società. Purtroppo, nel nostro territorio assistiamo a un abbandono scolastico impressionante, segno di tanti altri problemi presenti. Si cerca di affrontare questi problemi: anche le Caritas diocesane cercano di aiutare e sostenere con alcuni progetti di attenzione ai ragazzi. Ma non è sufficiente.

Qualcuno domanderà: perché questi problemi vengono portati qui nel contesto di una celebrazione mariana? Dobbiamo ricordarci che la vita concreta con i suoi problemi, non è estranea al cammino di un credente. Attraverso la fede tanti problemi sono riletti e ripensati nello sforzo di trovare soluzioni. Nella celebrazione odierna noi celebriamo e veneriamo Nostra Signora del Rimedio e ricordiamo la Natività di Maria. Cioè, mettiamo in primo piano l’umanità della Madre del Signore, per ricordare al tempo stesso l’umanità di Gesù e anche riflettere sulla nostra umanità.

In questo contesto, tutto ciò che è umano, i dolori e anche le gioie dell’umanità, le gioie e le preoccupazioni della nostra gente di Sardegna, non sono estranee alla nostra fede. Noi le assumiamo per presentarle con fiducia alla Madre di Gesù, perché sia lei a intercedere per noi. La nostra Chiesa diocesana si sta interrogando per comprendere quale sia il modo migliore per servire le comunità cristiane, per far emergere la vocazione di tanti laici uomini e donne, e anche di generare le vocazioni presbiterali che assicurino alla comunità l’Eucaristia, siano disponibili per il sacramento della Riconciliazione. Tutti dobbiamo sentirci responsabili e coinvolti nel far crescere le vocazioni all’interno della comunità, delle famiglie, dei gruppi e delle associazioni.

Concludo affidando alla Madre del Signore, a Nostra Signora del Rimedio, ciascuno di voi, le vostre famiglie, i malati, tutta la comunità diocesana, la comunità cristiana di Oristano.

Ancora una volta la preghiamo dicendo:

Tesorera celestiale, divina dispensadora. Alcanzadenos, Segnora, Remediu pro dogni male.

Amen

Oristano, 08 settembre 2023

+ Roberto, Arcivescovo