* a cura di Michele Corona
Domenica 18 marzo 2018 nella cattedrale di Oristano, in occasione della Domenica della Parola e dell’approssimarsi del Triduo pasquale, è stata l’occasione per ascoltare il racconto della passione secondo Marco dalla voce recitante di Paolo Vanacore
Santina Raschiotti ha letto alcune meditazioni di don Primo Mazzolari. La cornice musicale è stata curata egregiamente dal Coro Santu Atzei diretto dal M° Piras. Il Vangelo di Marco è un racconto scandito da tre diversi ritmi. Nella prima parte la velocità del fare di Gesù e del gruppo dei discepoli segna le varie giornate, narrando in soli otto capitoli il lungo periodo trascorso in Galilea. I capitoli centrali (8-13) sono leggermente più lenti e descrivono il cammino verso Gerusalemme caratterizzato dal silenzio sul mistero del Cristo. I tre capitoli conclusivi sono estremamente lenti e particolareggiati, impiegando ben 139 versetti per raccontare gli episodi avvenuti in soli tre giorni. Sono stati letti i capitoli 14 e 15, che raccontano passione e morte del Signore Gesù. Questa porzione del racconto marciano é la più antica proclamazione strutturata degli eventi salvifici. Il cammino del Vangelo e di ogni discepolo culmina nella croce del Signore e nella sua risurrezione. Il singolo discepolo e, soprattutto, la comunità credente sono coinvolti da tale mistero per volontà stessa del Maestro, il quale dona la vita per la moltitudine illimitata degli uomini. La proclamazione del racconto evangelico ci permette di educare ancora una volta la nostra capacità di ascoltare la voce del Signore attraverso la genuina testimonianza della Chiesa primitiva. Le immagini, i canti e le riflessioni di don Primo Mazzolari vogliono essere strumenti per approfondire e accogliere l’unica Parola di Vita: il Vangelo. Un’occasione per – “Osare il Vangelo – come ci chiede l’Arcivescovo nella lettera pastorale- e ribadire ancora una volta che “la sorpresa della fede cristiana é scoprire che Dio ci cerca per primo, che Dio ha fatto il primo passo per venirci incontro, si è manifestato a noi nella persona del suo Figlio Gesù Cristo. In fondo, non siamo noi a cercare Dio, ma é Dio che cerca noi, anche quando ci nascondiamo”.