Si celebra oggi, 8 novembre 2020, la Giornata del Ringraziamento, giunta alla settantesima edizione e promossa dalla Commissione episcopale per i Problemi Sociali, il Lavoro, la Giustizia e la Pace.
In un momento particolare e difficile della storia dell’umanità, il tema della giornata è dedicato all’acqua e al suo prezioso valore come benedizione della terra. Si tratta di una celebrazione specificatamente religiosa proposta come un messaggio di preghiera comunitaria per riconoscere i doni e i benefici ricevuti dalla Provvidenza divina; ma si propone comunque a tutta la comunità civile attraverso il richiamo alla responsabilità individuale e collettiva verso quelle ricchezze della terra che appartengono a tutti e che per tutti producono frutti e benefici.
L’acqua è una risorsa di vitale importanza e assume particolare importanza anche a seconda dei luoghi e dei tempi storici che si vivono. In tempo di pandemia, per esempio, è importante evidenziare come per contrastare la diffusione del Coronavirus l’acqua sia essenziale per l’igiene personale nel gesto di lavarsi le mani con costanza e responsabilità: un gesto primitivo che ora è quasi un imperativo e un gesto di responsabilità verso il prossimo.
Ma L’acqua non è un beneficio per tutti, purtroppo: nel mondo sono milioni le persone che vivono senza acqua sicura in casa e nell’ambiente. Pur essendo un diritto umano usufruire dell’acqua potabile e delle strutture igienico sanitarie pulite e sicure, le diseguaglianze nella disponibilità e nella qualità di accesso sono sempre più ampie ed evidenti soprattutto nelle aeree più povere. Non possiamo dimenticare, infatti, che l’acqua è una risorsa rinnovabile, ma non inesauribile. Quando viene a mancare, tutta la terra è in sofferenza a cominciare dall’antica pratica dell’agricoltura che ha da sempre favorito la sedentarizzazione delle popolazioni, la loro crescita e l’organizzazione in forme socialmente più complesse.
La scarsità idrica è una seria minaccia che mette a rischio lo sviluppo dell’attività agricola e di conseguenza un settore economico fatto di risorse, di cultura e tradizioni, e insieme ai mutamenti climatici che interessano l’ambiente, mette a serio rischio i raccolti creando conseguenze gravi per il settore.
La Giornata del Ringraziamento cade proprio in autunno, la stagione in cui i settori agroalimentari cominciano a vedere i prodotti del duro lavoro dei campi, dalla raccolta del riso alla viticoltura, sino alla raccolta delle olive, frutto simbolo del Mediterraneo, la cui storia si fonde proprio con quella di tutti i popoli presenti nei secoli in quell’area. L’agricoltura, dunque, non è solo un’attività produttiva e un settore economico, ma un universo: di risorse, di cultura, di tradizioni.
Se gli operatori agricoli sono sollecitati a rinnovare i metodi e le tecniche del loro lavoro, per offrire prodotti di qualità, tutti devono ripensare e adeguare i loro comportamenti, al fine di conservare e restituire integro al lavoro e alla vita umana l’ecosistema. Sarà perciò apprezzabile e degna di essere valorizzata ogni iniziativa scientifica, politica e tecnica, che prevenga ed elimini i pericoli di tossicità ed inquinamento dalle attività produttive, agricole, commerciali, industriali.
Questa particolare domenica, perciò, può e deve essere occasione di preghiera non solo per la salvaguardia dei beni naturali, preziosi e vitali, ma anche per chi quei beni li cura, li coltiva e li produce. Così, la preghiera comunitaria proposta dalla Giornata del Ringraziamento diventa l’espressione dell’impegno di ciascuno a rispettare e difendere il patrimonio che la terra rappresenta per il benessere e la produttività delle popolazioni; a salvaguardare la preziosità dell’acqua come elemento vitale necessario per ridurre il peso delle malattie e migliorare la salute. La terra con le sue ricchezze, la purezza dell’acqua e dell’aria, la bellezza dei paesaggi sono doni e beni fondamentali per lo sviluppo socioeconomico, per la salute degli ecosistemi, e per la stessa sopravvivenza umana.
A cura di Laura Mastinu
Pubblicato su L’Arborense n.38/2020