Negli ultimi 20 anni, dal 2000 al 2020, sono stati uccisi nel mondo 535 operatori pastorali, di cui 5 Vescovi. Il loro essere missionari martiri non deriva dall’aver compiuto gesti eroici o eclatanti ma nell’aver condiviso la loro vita nella quotidianità con i popoli che hanno incontrato. Persone che hanno incarnato pienamente il Vangelo lungo le strade del mondo a costo della loro vita, amando tutti indistintamente, denunciando ingiustizie e soprusi, schierandosi sempre dalla parte degli ultimi, donando voce a chi voce molto spesso non ha. Tutto questo con la consapevolezza dei rischi che avrebbero potuto incontrare, ma forti nella loro scelta: Eccomi, Signore, manda me.
Il 24 Marzo si celebra la XXIX giornata dei missionari Martiri.
Questa data si lega al 24 Marzo 1980 quando fu assassinato mons. Oscar Romero, arcivescovo del San Salvador, ucciso mentre celebrava la Santa Messa perché voce dei senza voce, per essersi schierato contro le violenze della dittatura militare nel Paese. Il tema scelto quest’anno è Vite intrecciate. Il missionario martire è tessitore di fraternità: la sua vita si intreccia con quella dei popoli e delle culture che serve e incontra. L’umanità intera intreccia la propria esistenza con quella di Cristo, riscoprendosi così tralci della stessa vite.
Vite intrecciate come quella di Don Roberto Malgesini, sacerdote di Como ucciso mentre portava pasti caldi, coperte ai suoi assistiti, un testimone della carità verso i più poveri. Vite intrecciate come quella di Agitu Gudeta, etiope, uccisa in Valle dei Mocheni a Trento: lei non era solo una allevatrice di capre, ma era molto di più, organizzava momenti interculturali, partecipava a progetti di integrazione dando lavoro a migranti. Oppure la testimonianza di Padre Luigi Maccalli, missionario sequestrato in Niger nel 2018 e liberato dopo due anni, una vita intrecciata con il suo popolo e anche con i suoi carcerieri. La sua storia suscita la domanda Cosa spinge il missionario a non fare le valigie per allontanarsi dalla missione quando il contesto si fa denso di insidie? Ognuno di noi, sulle strade del mondo, nella nostra quotidianità è vita intrecciata con chiunque incontra.
Il 24 Marzo è occasione per ringraziare il Signore per le vite donate dei nostri fratelli e sorelle nel mondo. Per questo alle ore 20, presso la Chiesa di San Francesco a Oristano, ci sarà una Veglia di preghiera presieduta dall’Arcivescovo, che potrà aiutare a intrecciare la nostra vita a quella dei missionari che sono rimasti fedeli al Vangelo fino al totale dono di sé.
Rivedi QUI l’incontro di preghiera
A cura di Missio Oristano