L’impegno dei missionari sul fronte

Mentre le bombe continuano incessantemente a far rumore e distruggere, i missionari, silenziosamente e con tenacia, si prendono cura della popolazione rimasta in Ucraina. L’Agenzia Fides, organo di informazione delle Pontificie opere missionarie, e Missio Italia ci tengono costantemente aggiornati sulla situazione, condividendo le paure e amplificando la voce di tanti missionari rimasti in trincea.

I missionari e le missionarie dell’Opera Don Orione a Kiev scrivono: Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare il campo, la casa e soprattutto i nostri ragazzi con disabilità perché hanno solo noi. In questi giorni i disabili di Kiev hanno raggiunto la comunità orionina di Tortona in Italia: in questo modo i missionari decisi a rimanere per non lasciare la loro gente, possono dedicarsi all’accoglienza di famiglie che chiedono rifugio, soprattutto donne e bambini. Sempre a Kiev, i missionari Oblati, che dedicano il tempo alla contemplazione e all’azione caritativa, si sono rifugiati nella cripta della Chiesa: Stiamo bene, ma siamo nella precarietà e nell’incertezza. Il nostro aiuto viene dal Signore e la nostra speranza è la sua Provvidenza. Ogni notte passata nel bunker sotterraneo ci facciamo coraggio, vivendo questi momenti terribili immersi nella preghiera.

Nella Casa Don Bosco, i salesiani proseguono incessantemente l’attività di soccorso, preghiera e denuncia: Dall’inizio dell’invasione russa, almeno 80 bambini sono stati uccisi e molti sono stati feriti. Migliaia di bambini sono costretti a fuggire dai bombardamenti o a nascondersi negli scantinati abbandonati e fatiscenti, rimanendovi per giorni e giorni al freddo, senza luce e senza cibo e acqua. Migliaia di persone, inclusi bambini e ragazzi, hanno subito traumi psicologici a causa della paura della morte e della lotta per la vita. Chi li proteggerà? Anche noi siamo chiamati a prendercene cura. Per quanto riguarda i profughi, le Pontificie Opere Missionarie si sono mobilitate per sostenerli e accoglierli. Sono tante le testimonianze che provengono da diversi stati europei e che sono accomunate dall’amore per il prossimo.

Sono tante, infatti, le forze missionarie che vivono l’accoglienza dei profughi, soprattutto donne e bambini, che entrano negli stati confinanti: si parla di oltre due milioni di persone, con un costante e continuo aumento giornaliero. In Polonia, trovano una forte e organizzata accoglienza, per esempio, grazie ai Missionari della Consolata e alle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe.

Anche in Italia, i Centri Missionari si sono mobilitati attivando una grande catena di solidarietà con raccolta di generi di prima necessità (cibo, indumenti, medicinali) e offerte. Diversi missionari si sono messi in viaggio per portare loro stessi gli aiuti ai confini dell’Ucraina e per sostenere con l’azione caritatevole i tanti missionari presenti nel posto. Alle tante immagini di accoglienza però si contrappone il dramma nel dramma: infatti si fa sempre più forte la denuncia a favore dei migranti stranieri bloccati in Ucraina, esclusi dalla protezione europea. Il Centro Studi e ricerche IDOS rivela che per coloro che non risiedono stabilmente nel Paese i rischi sono concreti.

Tra i più attivi in questo senso, i missionari Scalabriniani che sostengono i migranti di qualunque cittadinanza siano e che riescono a scappare dalla guerra in Ucraina: Nessuno sceglie di finire sotto le bombe di una guerra, indipendentemente da dove si vive, dal colore della propria pelle, dal fatto di essere uomo, donna o bambino perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato (Mt 25,35).

A cura di Missio Oristano